Continua l'incubo nelle acque dell'Adriatico, sono ancora 162 le persone da trarre in salvo dal traghetto Norman Atlantic e nel frattempo ci scappa il morto. Si tratta di un uomo di origine greca che preso dal panico si è buttato in mare per trovare la salvezza, ma in realtà ha trovato la morte. La Marina Militare Italiana informa che non cessano i tentativi di trasportare la Norman Atlantic in direzione del porto di Valona, in Albania, anche se ad ostacolare i soccorsi vi è una mareggiata forza otto sul mar Adriatico.
Il comandante della Norman Atlantic è Argilio Giacomazzi, un uomo di grande esperienza, tanto è vero che alcuni anni fa si rese responsabile di un soccorso andato a buon fine.
Giacomazzi rimorchiò con il suo natante, una nave in avaria e nella morsa delle onde e riuscì a condurla in direzione di un porto limitrofo. Nonostante a bordo del traghetto siano saliti i sanitari medici si continua a temere per l'incolumità dei passeggeri, l'incognita rimane il gelo e c'è grande preoccupazione per l'ipotermia. Ma sentiamo alcune testimonianze rilasciate dai passeggeri ancora a bordo della Norman Atlantic e da chi invece è già giunto in salvo.
Un'adolescente di 12 anni, fortunatamente ora in degenza nel reparto pediatrico dell'istituto ospedaliero di Copertino, racconta di quei momenti di panico provati a bordo del traghetto. La ragazzina stava dormendo quando ad un tratto venne scossa dal sonno da una sirena di emergenza e da lì in poi ebbe inizio una fuga precipitosa per tutti i passeggeri.
La dodicenne continua dicendo di aver udito che il fuoco si è diffuso da un camion e in seguito si è esteso sul tutto il traghetto.
Mentre altri passeggeri ancora a bordo della Norman Atlantic hanno dichiarato alla televisione Mega Channel, di temere di dover bruciare come topi, invece altri hanno fatto sapere che il fuoco continua a divampare ovunque e di non riuscire quasi più a respirare per il troppo fumo.
In aggiunta a ciò, secondo le testimonianze anche i pavimenti del traghetto sono diventati roventi e sono molti coloro che non smettono di tossire. Altri passeggeri ancora sono avvinghiati tra loro, per riuscire a trasmettersi del calore fisico, ma una donna di origine greca teme di non farcela a sopravvivere in quelle condizioni, poiché secondo il suo parere sono due le alternative: se non si annega, si muore per il troppo gelo.