Nelle pagine della cronaca nera internazionale si fa spazio anche oggi un evento che è destinato a diventare un altro portabandiera di una causa distorta, frutto di una concezione ideologica che storpia non solo l'etica sociale ma anche quella puramente umana. A confermare questa coscienza ormai sempre più diffusa salta fuori un'altra strage che l'Isis avrebbe seminato ad al-Baghdadi, in Iraq, dove l'organizzazione terrorista avrebbe bruciato vive ben 45 persone. L'indiscrezione è trapelata grazie alle parole che l'ufficiale Qasim al-Obeidi della polizia locale ha dichiarato alla BBC.
L'Isis semina terrore nella sua forma più recondita
Le voci che continuano a susseguirsi in queste ore confermano al-Baghdadi, città nella provincia di Anbar presa d'assedio di recente dai terroristi, come il luogo in cui l'Isis ha bruciato vive circa 45 persone nelle scorse ore, con un numero destinato a crescere o diminuire non appena si avrà un quadro più chiaro del caso. Il colonnello della polizia locale Qasim al-Obeidi, citato dalla BBC, non si è espresso in merito all'identità delle vittime, le quali, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero essere delle forze di sicurezza. Risale solo a qualche ora fa la notizia che vede l'uccisione per mano dell'Isis di 27 poliziotti iracheni della stessa città di provincia, dunque non si esclude che possa trattarsi di un aggiornamento sui tragici fatti che hanno colpito la polizia del luogo.
La situazione rimane comunque incandescente e in questi momenti l'organizzazione terrorista ha preso di mira un complesso condominiale in cui risiedono molte famiglie del personale di polizia locale, quella stessa polizia locale che, di tutta risposta, sta facendo il possibile per respingere l'attacco, ha dichiarato il colonnello Obeidi.
Le voci non confermate che si scatenano come effetto collaterale di eventi così violenti da far discutere il mondo intero, culminano spesso in ipotesi e supposizioni che, seppur non confermate, potrebbero rispecchiare una realtà al limite del macabro. La denuncia arriva dall'Onu tramite la voce dell'ambasciatore iracheno Mohamed Ali Alhakim, il quale ha dichiarato di aver setacciato aree con fosse comuni piene di cadaveri con "pezzi mancanti".
L'idea è che l'Isis possa effettivamente finanziarsi con il traffico di organi umani, e questa, a giudicare dal numero di corpi mutilati e squartati ritrovati nelle fosse, potrebbe essere una realtà quantomai raccapricciante.