Il Califfo al-Baghdadi ferito nel novembre del 2014 in occasione di un raid aereo, torna in questi giorni all'attenzione dei media come nuovamente ferito, ferito gravemente dall'ennesimo raid aereo. L'attenzione - fino a poche ore fa - era tutta per al-Baghdadi, nell'attesa del colpo di grazia o almeno alla ricerca di una conferma circa il precipitarsi o meno della salute del Califfo. Per ora, nessun colpo di grazia sembra aggiungersi, non si sa neanche con certezza se al-Baghdadi morirà o sopravviverà e, tuttavia, è possibile che da domani neanche si parli più di al-Baghdadi.
A rubare la scena è ora un ex professore di fisica della città di Tal Afa. Abu Alaa Afri, noto anche come Haji Iman, autore di diverse decine di pubblicazioni scientifiche e studi religiosi. Considerato come il "preferito" di Osama bin Laden, dopo aver guidato Al Qaeda in Iraq nel 2010 si appresta ora a divenire il nuovo leader dell'Isis. A dare la notizia è stato il direttore del governo iracheno, Hisham al Hashim, su Newsweek. Ciò che è stato dichiarato è che "sarà lui il leader se Baghdadi muore".
Diversamente da al-Baghdadi, Afri tenderebbe alla riconciliazione con i gruppi rivali dell'Isis come Al Nusra in Siria o la stessa Al Qaeda.
A questo punto, il rischio è quello di un vero e proprio salto di qualità dell'Isis tale da rendere considerevolmente più estesa e compatta tutta la nuova organizzazione terroristica. Tra i fattori che - fino ad ora - hanno impedito il raggiungimento di una massa terroristica realmente critica per l'occidente c'era sicuramente la scarsa capacità di integrazione e dialogo delle varie organizzazioni tra loro.