Dopo tanto comprensibile dolore è venuto il momento di fare qualcosa per ricordare nel migliore dei modi la tredicenne Yara Gambirasio, vittima di una violenza cieca rimasta senza movente. Sono passati già cinque anni dal giorno del crimine efferato che ha sottratto una giovane vita ai suoi affetti e sono oggettivamente tanti. E' il momento di fare qualcosa. "La passione di Yara continua attraverso di noi, i suoi genitori, i suoi amici e i tanti volontari che ci stanno dando una mano. A darci la forza di fare quello che stiamo facendo è proprio lei, Yara.

Cerchiamo di trasmettere la stessa passione che metteva lei nel fare quello che le piaceva.": sono le significative parole di Fulvio Gambirasio, il papà di Yara, che testimoniano il desiderio di avere un atteggiamento costruttivo in attesa del processo che vedrà imputato il carpentiere Bossetti, attualmente detenuto.

Comportamento coerente da parte dei Gambirasio

I genitori della ragazzina hanno avuto il merito di tenere un basso profilo fin dall'inizio confidando nell'operato degli investigatori che però hanno dovuto penare parecchio per venire a capo del rebus del dna individuato sugli abiti di Yara. Domenica 12 aprile 2015, al via della marcia "non competitiva" delle scuole cattoliche di Bergamo nel cortile di quella che era la scuola di Yara, alle Orsoline di Loreto, si è avuta la prima manifestazione della onlus denominata "La passione di Yara" che si propone di rinnovare concretamente la sua grande passione per la vita e le cose belle. I genitori restano comunque in attesa del processo.

Bossetti non cambia versione sull'accaduto

Massimo Giuseppe Bossetti continua tenacemente a definirsi non colpevole, lamentandosi delle dure condizioni della vita in carcere alle quali non riesce ad abituarsi, mentre sua moglie sembra avere alcune perplessità o almeno è quel che pare di capire da alcune intercettazioni ambientali legate a un colloquio in carcere.

La comunità di Brembate continua a chiedere giustizia per Yara ma è certo che i legali di Bossetti daranno battaglia. Nella fase iniziale delle indagini i sospetti caddero su un operaio straniero risultato poi estraneo ai fatti. Per restare sempre aggiornati sull'inchiesta cliccate sul pulsante "segui" a fianco del mio nome.