Russia, ombre della guerra fredda sulla Piazza Rossa. A Mosca, Vladimir Putin festeggia l'annuale parata del 9 maggio sfoggiando le armi di nuova concezione in dotazione all'esercito e alla marina della Federazione Russa. Una parata che, al di là del significato storico, da 70 anni risulta essere il termometro politico tra la Russia e la Nato. Il "Victor Day" celebra annualmente il successo dell'ex Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, culminata con la conquista di Berlino nel 1945. Un momento solenne, mai come quest'anno. Non soltanto per il settantesimo anniversario della ricorrenza, quanto per la situazione geopolitica venutasi a creare negli ultimi diciotto mesi.

L'annessione della Crimea e la guerra civile in Ucraina, sono gli ultimi episodi di una escalation della tensione tra Mosca e Washington. Al punto che numerosi analisti del settore parlano di "nuova guerra fredda". Se i maggiori leader occidentali diserteranno l'evento, la presenza del presidente cinese Xi Jinping, rafforza la convinzione di un riavvicinamento tra Pechino e il Cremlino.

La Russia di Putin ed il ritorno alla guerra fredda

Per la prima volta dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, la tecnologia militare russa ha prodotto prototipi e veicoli in grado di primeggiare con l'arsenale della Nato. Il carro armato T-14, super corazzato e tecnologicamente sofisticato, è il primo prodotto frutto del recente riarmo russo.

Un Tank che sarebbe in grado, almeno nelle intenzioni dei progettisti, di resistere ai più moderni elicotteri anti-carro in dotazione all'aviazione statunitense e Nato.

Putin non ferma il riarmo nonostante le sanzioni alla Russia

In realtà il riarmo russo non è una sorpresa, in quanto sin dalla sua ultima rielezione Vladimir Putin non ha nascosto le sue ambizioni.

Le recenti sanzioni economiche non hanno modificato i piani di potenziamento militare. Si stima che negli ultimi anni siano stati investiti 300 miliardi di dollari in sviluppo e ricerca. Il progetto di ampia portata, che dovrebbe toccare il suo culmine nel 2020, ha una duplice finalità. Consentire politicamente alla Federazione Russa di fregiarsi nuovamente del ruolo di super potenza globale, rimodernare le forze armate di Mosca, ancora dotate di equipaggiamenti e mezzi per larga parte risalenti agli anni '80.