È su Fb che la maggior parte degli utenti, oltre a Twitter, discute sul delicato tema dell'immigrazione, sopratutto in un momento come questo in cui anche la sicurezza nelle strade è intaccata da bande e gruppi di migranti che protestano, e che affollano le stazioni e le piazze delle maggiori città italiane. E proprio su tale argomento la figlia di Gino Strada, fondatore di Emergency, risponde ai fans che più volte le hanno chiesto di ospitare in casa sua i migranti. La risposta di Cecilia Strada appare sprezzante, ma il senso non è quello che si vuole far intendere: la donna non rifiuta di dare la sua accoglienza, ma porta avanti un discorso di molto differente da quello che potrebbe essere giudicato come razzista.

Ci dovrebbe essere maggiore giustizia, e non solo gentilezza. Nel dettaglio il post del noto social network.

Cecilia Strada su Fb: 'Giustizia, non gentilezza'

Cecilia mette in evidenza un fattore molto importante: ospitare un profugo, un immigrato è solo un fatto momentaneo di gentilezza; pagare le tasse per contribuire alla creazione di un servizio di accoglienza è invece un fatto di giustizia. Questo è ciò che la figlia di Strada fa intendere di portare avanti con il suo post 'collettivo' su Fb, dedicato, come specifica lei stessa, 'a tutti coloro che mi chiedono perché non ospito un profugo a casa'. È vero la risposta di Cecilia non sembra gentile né tollerante, esordendo con 'Perché dovrei, vivo in una società e pago le tasse'. Il commento non è però scritto di getto ma altamente argomentato, spiegando che con il solo atto di pagare le tasse, si evita di 'allestire una sala operatoria in cucina nel caso in cui la madre stia male; di acquistare un'autobotte a uso personale per spegnere un incendio che divampa nella propria abitazione; allestire una scuola in un ripostiglio per istruire, formare, educare i propri figli.



Un discorso complesso quello di Cecilia Strada sui Social che si conclude con una breve nota particolarmente significativa e che riassume in una sola frase il suo pensiero, che va oltre la carità o le parole 'dovremo fare così, dovremo fare questo, così ha da essere'. Queste solo parole, che si fermano di fronte a una realtà di migliaia di persone che fuggono dal loro paese e si riversano in Italia; protestano perché le frontiere della Francia sono state chiuse; minacciano di fare lo sciopero della fame; vogliono essere spostati dalle strutture in cui sono stati ospitati perché il cibo non è buono o si sentono troppo isolati - vedi il caso di Valledoria (SS), in Sardegna; o ancora affollano le stazioni - come a Roma e Milano - o le piazze, come a Cagliari, in cui la zona centrale della città di fronte al Comune è diventata un vero e proprio campo in cui i migranti si lavano e stendono la roba. ' Pago le tasse per aiutare chi ha bisogno': secondo Cecilia Strada, accogliere nella propria casa un migrante è un atto di gentilezza, ma la giustizia è un'altra cosa. Giustizia per i migranti e per la risoluzione definitiva della 'questione migranti e profughi' sarebbe pagare le tasse e avviare con tale contributo un sistema di accoglienza. Inoltre la donna conclude nel suo post di Fb, scrivendo che anche lei ama la gentilezza, ma che preferisce di gran lunga la giustizia. Nulla dunque da rimproverare alla figlia di Gino Strada, di seguito è possibile pensarla come meglio si crede; in realtà però è un fatto incontestabile che l'ospitare è una situazione momentanea, ma per risolvere la problematica sempre più accesa dell'immigrazione è necessario un sistema organizzato e per fare ciò sono necessarie delle risorse economiche.