Marte, anno 2030: l'uomo mette piede sul pianeta rosso. Almeno nei sogni e nelle ambizioni della NASA (National Aeronautics and Space Administration). Le parole di Charles Bolden al Politecnico di Milano, in occasione di una sua visita in Italia, hanno destato notevole attenzione sui mass media di tutto il mondo. E non è stata l'occasione per frasi di circostanza o argomenti generici, il numero uno della NASA non si è sottratto a tematiche di un certo impatto mediatico. La ricerca di vita extraterrestre in primis, l'amministratore della NASA è stato chiaro e diretto: l'ente spaziale americano ricerca forme di vita nel cosmo ignoto, spera di trovarle.

Le aspettative realistiche, secondo la valutazione della NASA, sono di individuare su qualche pianeta dei microrganismi, non civiltà evolute come la nostra. Bolden si è detto comunque convinto che l'uomo non sia l'unico essere vivente nell'universo, non può esserlo.

Marte: astronauti e l'esplorazione spaziale nel futuro

Per la NASA come per qualunque altro ente simile, l'esplorazione futura dello spazio offre più di una incognita. Un conto sono le sonde ed i telescopi spaziali, ben altro organizzare l'approdo di un gruppo di astronauti e la loro permanenza su un pianeta inospitale come quello marziano. Nei progetti della NASA, oltre la data annunciata del 2030, vi sarebbe l'intenzione di creare un insediamento umano per circa un anno.

Un viaggio lungo e complesso, lo stesso Bolden ha precisato come serviranno tecnologie che permettano il sostentamento degli astronauti su Marte. Rimane questo aspetto in particolare lo snodo cruciale per progettare la conquista di Marte.

Alieni, lo spazio ignoto oltre Marte: l'opzione dei robot

Più di un astronomo ha una visione non ottimistica per le future conquiste nello spazio, almeno da parte dell'uomo.

Recentemente Lord Martin Rees, astronomo reale, ha diffuso le sue idee al Festival della Scienza di Cheltenham. Secondo l'astronomo britannico, prima o poi, il genere umano dovrà misurarsi con i suoi limiti biologici, probabilmente insuperabili. Da qui a un secolo, l'esplorazione spaziale è probabile venga "delegata" a robot e Intelligenza Artificiale. Saranno insomma le macchine, almeno nelle ipotesi, ad essere le vere candidate a poter registrare il primo contatto extraterrestre nello spazio. Ipotesi intrigante e di notevole suggestione.