Le due operazioni di ieri svolte tra Milano e Roma hanno portato all'arresto di 12 persone. I 10 fermati in Lombardia, tra cui 4 italiani, erano pronti per trasferirsi in Siria con lo scopo di unirsi all'Isis. Altri due magrebini bloccati nella capitale sono stati accusati di fare proselitismo jihadista sul web. Cercavano di Indottrinare via internet aspiranti militanti per la jihad tramite il sito web "Amanti delle vergini". Alle minacce che arrivano online, l'Europa però risponde con una task force messa in campo ieri dall'Europol proprio contro il reclutamento via web di combattenti e mogli della jihad, altro fenomeno in crescita.

Foreign fighters, cos'è?

C'è poi il fenomeno dei foreign fighters, uomini che lasciano il proprio paese per andare a combattere con l'Isis, da sempre tenuto sotto stretto monitoraggio. Di questo sono sospettati anche i dieci arrestati a Milano, tra cui i famigliari della jihadista campana Maria Giulia Sergio che ha raggiunto la Siria lo scorso settembre. Queste sono tutte risposte concrete ai recenti attentati in Francia, Tunisia e Kuwait. Dal punto di vista operativo la tensione resta alta in particolar modo a Roma, dove ci si prepara a fronteggiare le conseguenze di un attacco terroristico in vista del giubileo straordinario che si aprirà il prossimo 8 dicembre. Forze dell'ordine e Viminale hanno studiato un piano di emergenza per decine di centri commerciali, scuole, monumenti, stazioni, ambasciate e sedi istituzionali con due luoghi simbolo sorvegliati speciali, ovvero San Pietro ed il Colosseo.

La spiegazione dell'esperto

Purtroppo ci sono anche cittadini italiani tra gli islamisti convertiti, indottrinati e pronti a partire per la guerra in Siria. Un fenomeno pericoloso da combattere anche e prima di tutto con la comunicazione. Secondo il prof. Arduino Paniccia, direttore della Scuola di Competizione Economica Internazionale di Venezia, il fenomeno è destinato a ripetersi: "Non si tratta di una famiglia di matti o di emarginati, ma molti stanno seguendo la fortissima propaganda in rete da parte dell'Isis e credono che questa sia una forma di riscatto ed anzi quasi un dovere andare a combattere nelle file del califfato.

Le autorità italiane stanno tenendo alta la guardia, anzi questo è uno dei paesi in cui l'allarme è avvenuto per tempo ed accaduto meglio".

Il prof. Paniccia aggiunge inoltre: "Tra i luoghi di proselitismo dei fanatici islamisti è più temuto internet rispetto alle moschee, ed è proprio la rete uno dei luoghi in cui rafforzare l'attenzione e l'offensiva è proprio quella della comunicazione strategica.

Non si deve dimenticare che il primo alleato nel Mediterraneo dello Stato islamico è proprio la criminalità transnazionale, quindi va messa in evidenza subito che il califfato è un'accozzaglia di delinquenti alleati alla criminalità, e per questo saranno sconfitti."