I giudici sembrano non avere alcun dubbio: Massimo Giuseppe Bossetti, 45 anni, muratore abitante a Mapello e sposato con Marita Comi (40), sarebbe il reale assassino della giovane Yara Gambirasio. Il loro obiettivoè quello di dimostrare che l'uomo non andava d'accordo con sua moglie all'epoca dei fatti e che i conflitti in famiglia accesero la scintilla fatele che portò all'uccisione della 13enne di Brembate. Proprio nel 2010, la situazione famigliare di Massimo e di Marita non era proprio idilliaca, dal momento che i due coniugi erano in rottura ed i litigi tra loro erano all'ordine del giorno.

Tutto ciò può davveroavere qualcosa a che fare con l'omicidio di Yara? Per i magistrati la risposta è sì ed è d'uopo fare ulteriore luce sulla situazione sentimentale dell'epoca tra marito e moglie.

Una crisi fatale?

Nella settimana a cavallo della morte della Gambirasio, il Bossetti e la Comi non si parlavano, nè si scambiarono alcun sms o telefonata. Tutto ciò prova soltanto che la tensione tra i due fosse alle stelle e per i magistratiquestoè un altro valido indizio che dimostrerebbela colpevolezza del muratore. Il caso più eclatante di questa situazione è che Marita avesse avuto all'epoca ben due relazioni clandestine ed a confermare questa rivelazione sono stati gli inquirenti. I 2 amanti sono già stati identificati e presto saranno auditi come testimoni al processo.

Il 17 Luglio scorso si è tenuta la seconda udienza nei confronti del 45enne, l'uomo è apparso molto dimagrito ed abbronzato, indossava inoltre una camicia a quadri, un paio di jeans e scarpe sportive.

Smentita la notizia di qualche giorno fa secondo cui il Bossetti avrebbe tentato di suicidarsi nella sua cella, secondo la Corte d'Assise l'imputato sta bene e sarebbe inoltre aumentato di peso.

I giudici hanno quindi respinto l'ultima istanza di difesa a favore di Massimo, contenente una consulenza scritta dal noto criminologo Alessandro Meluzzi.

Le difficoltà della difesa

Ricordiamo che Massimo Bossetti è al momento difeso da ben due legali: l'avvocato Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Entrambi avevano presentato 5 eccezioni cosiddette "procedurali", comprese quella del DNA, tutte bocciate dal Tribunale.

Il capo dell'accusa, come oramai sappiamo, è il pubblico ministero Letizia Ruggeri, ella stessa ha coordinato l'inchiesta su Yara. E' stata proprio quest'ultimaa chiedere di interrogare i presunti amanti della Comi ed i giudici non si sono opposti. Ad ogni modo, come vadano le cose, la priorità è solo una: rendere giustizia alla memoria di Yara, una ragazzina innocente, la cui vita è stata stroncata in maniera violenta e crudele. Yara, giovane promessa della ginnastica ritmica, fu uccisa a Chignolo d'Isola il 26 Novembre di oramai 5 anni fa, Bossetti fu identificato come killer dell'adolescente ed arrestato nel Giugno dell'anno scorso.

I prossimi protagonisti del processo

Ecco comunque i nomi principali che, chi prima e chi dopo, sfileranno sul banco dei testimoni nelle prossime udienze: Fulvio Gambirasio (papà di Yara), Maura Panarese (la madre), Ester Arzuffi (madre di Bossetti), Fabio Bossetti (il fratello del muratore), Laura Letizia Bossetti (la sorella gemella) e la stessa Marita Comi.

Non sarà più ascoltato invece il marocchino Mohammed Fikri, 28 anni, indagato in un primo momento, per l'assassinio della 13enne. Nel 2010 il ragazzo fu ingiustamente arrestato per un errore di intercettazione, mentre parlava al telefono con la fidanzata.