Non sembrerebbero esserci dubbi sulla colpevolezza di Massimo Giuseppe Bossetti (44 anni), il muratore residente a Mapello, accusato di avere ucciso la tredicenne Yara Gambirasio la sera del 26 Novembre 2010. La prova regina per l'accusa, lo ricordiamo, è il DNA dell'uomo, trovato in quantità abbondante sugli abiti della ragazzina. A completare il quadro, nelle 60.000 pagine degli atti, ci sarebbero anche le numerose intercettazioni. Marita Comi (40 anni), moglie di Bossetti, fino a poco tempo fa era l'unico suo alibi, che poteva in parte discolparlo da questa tremenda accusa, ma a quanto pare, anche la stessa donna sembrerebbe aver espresso alcuni dubbi riguardo l'innocenza del marito, un fatto significativo questo, che i giudici non hanno potuto assolutamente sottovalutare.

Bossetti: la sua versione non è credibile

Come ha ricordato Barbara Benini (giornalista della nota rivista settimanale Grand Hotel) in uno dei suoi ultimi articoli sul caso, Massimo Bossetti ha dato versioni incongruenti di ciò che realmente fece quella maledetta sera di quasi 5 anni fa. Ecco un esempio importate: Bossetti ha sempre dichiarato che la sera del 26 Novembre 2010 non era a Chignolo d'Isola, dove qualche mese dopo fu trovata Yara cadavere, ma è stato smentito da un'intercettazione, in cui si sente l'uomo affermare: "Quella sera il campo era coperto di fango". Come se questo non bastasse, anche Ester Arzuffi (67 anni), la madre del muratore di Mapello, è agli atti, in quanto in un'altra intercettazione, mentre si parla della scomparsa della ragazzina, si sente dire dalla donna: "Massimo mi disse di essere passato di lì (ossia a Brembate)".

I dubbi di Marita

Tornando alla situazione di Marita Comi, quest'ultima ha tenuto diversi dialoghi con Massimo in carcere, Se inizialmente, la donna aveva fornito un alibi al marito, affermando che la sera della scomparsa della Gambirasio, l'uomo si trovava a casa con lei ed i figli, si è poi smentita, esprimendo i suoi dubbi.

Durante una conversazione con Bossetti, si sente infatti la donna affermare: "Non mi hai mai detto che cos'hai fatto quella sera, non ricordo a che ora sei venuto a casa". Intanto è da pochi giorni iniziato il processo contro il muratore, augurandoci che servirà a fare luce sul caso in nome di una ragazzina (promessa della ginnastica), la cui vita è stata stroncata troppo presto.