È appena terminata la prima udienza del processo di primo grado che vede imputato Michele Buoninconti, vigile del fuoco quarantacinquenne accusato per l'omicidio della moglie Elena Ceste, oltre all'occultamento del suo cadavere. La povera donna era sparita dalla sua abitazione di Motta di Costigliole una fredda mattina del 24 gennaio 2014, per essere in seguito ritrovata cadavere. La prima fase del processo ha visto l'accoglimento della costituzione di parte civile richiesta dai familiari e dall'Associazione Penelope, attiva nella ricerca di donne scomparse e sul fronte delle violenze.

L'imputato si è presentato vestito con jeans e camicia chiara, apparendo molto provato dalla detenzione e visibilmente dimagrito. Pur non essendo previsto un suo intervento, come apprendiamo dal quotidiano "La Stampa", Buoninconti avrebbe assistito all'udienza con molta attenzione, interrompendola più volte con delle risatine ritenute nervose. In questi giorni avrà inizio anche un altro processo di grande richiamo mediatico, quello a carico di Massimo Bossetti.

La procedura processuale

Durante lo svolgimento del processo, l'udienza è stata momentaneamente interrotta per consentire al giudice la valutazione delle eccezioni inserite negli atti dibattimentali, presentate dagli avvocati difensori.

Il primo scontro tra accusa e difesa è stato in merito alla richiesta di accoglimento come parte civile di Donato Pacelli, che avendo sposato la sorella di Elena Ceste, è cognato dell'imputato. Pur con il dissenso della difesa, il giudice ha ritenuto di accoglierla. La battaglia legale adesso si sposterà sulle perizie delle celle telefoniche, che secondo i legali non dovrebbero rientrare nella formula scelta per il processo: il rito abbreviato.

Per adesso, il pubblico ministero e gli avvocati di parte civile hanno espresso parere favorevole all'uso delle citate analisi tecniche. Secondo l'avvocato Tortoglio, legale di Michele Buoninconti, tutto quello che è accaduto nella prima udienza, era prevedibile, e al momento la situazione è assolutamente sotto controllo. Chiara Girola, anch'essa facente parte del collegio difensivo dell'imputato, dichiara che la difesa cercherà di smontare, durante il dibattimento, le prove che saranno presentate dalla pubblica accusa.

Grande soddisfazione invece per l'associazione Penelope, a seguito dell'accoglimento della loro istanza.

Cronaca della mattinata giudiziaria

L'imputato è giunto al Palazzo di Giustizia di Asti a bordo di un'auto della polizia penitenziaria, con la scorta composta di quattro agenti. Il dibattimento si svolge nell'aula numero uno alla presenza del pubblico ministero Laura Deodato, e degli avvocati della famiglia Ceste: Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia. Michele Buoninconti è apparso assolutamente tranquillo, senza tuttavia incrociare lo sguardo dei genitori di Elena, al contrario visibilmente sofferenti per l'accaduto. L'avvocato Tabbia ha fatto presente che è necessario mantenere l'integrità del fascicolo del dibattimento, senza tralasciare nessun elemento che può essere utile all'accertamento della verità giudiziale.

In aula era presente anche Sandro Caruso, amico dell'imputato, che per manifestare la sua solidarietà ha anche fondato un gruppo Facebook. Secondo lui Michele è assolutamente innocente, non essendoci nessun elemento importante che proverebbe il contrario, e che sulla base delle evidenze non dovrebbe essere condannato. Continuate a seguirci e vi terremo informati sugli sviluppi del processo.