Il 1° luglio 2015 è stato il giorno, molto atteso dall'opinione pubblica, dell'inizio del processo a Michele Buoninconti, che deve far valere le proprie ragioni contro l'accusa di avere ucciso la moglie Elena Ceste, forse avvenuta per banali motivi di gelosia. I due vivevano a Costigliole d'Asti, ma l'uomo era originario del salernitano.

Le parti civili - Al termine della prima udienza il magistrato dr. Roberto Amerio ha deciso il rinvio del processo al giorno 22 luglio 2015. Il giudice ha dato accoglimento alla domanda di costituzione di parte civile dei familiari della Ceste, ma anche dell’associazione denominata "Penelope" impegnata a sostenere donne scomparse e vittime di violenza, con casi in preoccupante aumento in ogni zona d'Italia.

Erano presenti anche i legali della famiglia Ceste, gli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, oltre al pubblico ministero, dott.ssa Laura Deodato. Il femminicidio è ormai una vera e propria emergenza sociale.



Il vigile del fuoco Michele Buoninconti si è presentato all'appuntamento giudiziario molto provato, dando l'impressione di malsopportare la detenzione. È apparso sottopeso. Da sottolineare che in alcune circostanze si è fatto notare per un modo di ridere poco consono alla gravità della situazione in cui si trova. Nel frattempo i suoi quattro figli sono stati affidati ai nonni materni. Nel piazzale antistante al tribunale di Asti sono sopraggiunti cronisti e fotografi: era ampiamente prevedibile visto che il delitto Elena Ceste ha profondamente colpito l'opinione pubblica.

La figura un po' bizzarra di Michele Buoninconti non è certo passata inosservata, viste alcune evidenti anomalie comportamentali. L'avvocato Tortoroglio, che cura gli interessi di Buoninconti, ostenta sicurezza: 'La situazione è sotto controllo, ci aspettavamo esattamente quello che sta accadendo'. L'altro legale, l'Avv. Chiara Girola ha assicurato impegno per confutare quelle che appaiono le certezze della pubblica accusa durante la fase  dibattimentale.

Buoninconti quindi si dichiara estraneo ai fatti.

Cosa è accaduto veramente quel giorno?

Il 22 luglio ne sapremo di più, con la seconda udienza del processo, e cercheremo di capire soprattutto per quale motivo una madre di famiglia con quattro figli da portare a scuola avrebbe dovuto uscire dalla sua abitazione completamente nuda, senza scarpe e senza gli indispensabili occhiali correttivi in una fredda giornata d'inverno.

Comincia con questa tesi inverosimile la vicenda della sparizione di Elena Ceste, successivamente rinvenuta, in modo del tutto casuale, nel canale del Rio Mersa. La Ceste era originaria di Torino, era un'analista chimica che però si dedicava a tempo pieno alla casa e ai figli. La sua vita era diventata problematica a causa della crescente gelosia del marito.