Appena arrivata dall'Ansa, oggi 21 luglio, la notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Fusco per Roberto Maroni. La motivazione sarebbe quella di "turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita per presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a 2 ex collaboratrici". L'udienza si terrà il 30 settembre, e vedrà in aula anche altri 5 indagati, tra cui Expo 2015 spa e il direttore di Expo Christian Malangone.
Bocciata la richiesta di archiviazione
I primi giorni di luglio l'avvocato di Roberto Maroni, Domenico Aiello, aveva depositato presso la procura della repubblica di Milano una richiesta di archiviazione dalle accuse.
Il leader della lega era accusato di "turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e di induzione indebita per presunte pressioni", il tutto finalizzato, secondo l'accusa, a far ottenere dei vantaggi a due sue ex collaboratrici, in particolare dei viaggi in Giappone. La richiesta di archiviazione non è stata accolta. Le dichiarazioni di Maroni, per il tramite del suo avvocato al momento della richiesta, chiarivano come "in tanti anni di onorata carriera istituzionale non ha mai esercitato la benché minima pressione su chicchessia, per nessun motivo al mondo, figuriamoci per la promessa di un viaggio che è bene ricordarlo, non si è mai tenuto per libera scelta del Presidente".
Quella collaboratrice assunta da Expo
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