In Inghilterra Magnus Meyer Hustveit, ragazzo 25enne originario della Norvegia, è stato oggetto di una singolare sentenza di colpevolezza per molestie sessuali e stupro nei confronti dell'ex compagna di origini irlandesi. La singolarità della condanna risiede nel fatto che al momento delle presunte molestie la giovane compagna stesse dormendo.

Magnus e la compagna si conobbero nel 2011 in Germania, a Dublino, fu allora che cominciarono a frequentarsi, fino in seguito arrivare a convivere. Cominciò qualche turbamento in corso di rapporto, lei notava comportamenti strani del suo compagno, in particolare riferirà dopo le indagini di aver trovato al suo risveglio al mattino, per svariate volte, il letto bagnato.

Le stranezze continuarono fino a quando svegliatasi nel corso della notte, la ragazza trovò Magnus intento a praticare autoerotismo mentre consultava materiale hard sul pc, tale circostanza esasperò a tal punto la donna da spingerla a troncare la loro relazione. In seguito lo stesso Magnus la ricontattò via mail, e come soffocato da un qualche senso di colpa, decise di raccontargli tutte le violenze cui l'aveva sottoposta mentre dormiva.

Dalle e-mail emerse un quadro particolarmente disturbante, indicativo del rapporto alterato che Magnus aveva con la sessualità. Lo stesso dichiarò, infatti, di aver approfittato del corpo della donna almeno 10 volte durante il sonno e di averlo fatto semplicemente per soddisfare i suoi istinti, non per farle del male.

Aggiunse infine a sua discolpa che era convinto che non facesse nulla di male dal momento che la donna dormiva, e che sperava che lei non lo denunciasse.

Ma in realtà la denuncia è arrivata immediatamente, indignata e stupita la donna ha, infatti, comunicato il contenuto delle e-mail alla polizia, ciò ha portato all'apertura delle indagini, il cui esito è stato la condanna del Magnus a 7 anni di reclusione, accusato dei reati di stupro e molestia sessuale.

Una serie di analisi psicologiche su Magnus hanno individuato una scarsa probabilità di reiterazione del reato, oltre al fatto che lo stesso si è amaramente pentito e reso consapevole dei propri gesti, mostrando un profondo rimorso.