Per mesi e mesi la nostra astronauta è stata sulle prime pagine. Prima donna italiana a completare una missione in equipaggioESA, l'Agenzia Spaziale Europea, Il ritorno sulla Terra, durante i sette mesi passati nello spazio lo è stata anche degli organi d'informazione. Continuamente agli onori delle cronache, presto è diventata per tutti AstroSamantha. La notorietà e l'attenzione dei "media" e del pubblico sono state certamente meritate anche se, come non di rado avviene in Italia, probabilmente untantino esagerate.
La notizia del possibile suo coinvolgimento nel prossimo "Star Trek", lei che è dichiaratamente fan anchedel recentemente scomparso Leonard Nimoy, cioè il celebre Spock, non sorprende in fondo più di tanto: sarebbe un volto di grande richiamo ed una carta in più, di grande peso, nella manica di chi andrà a produrre questo "Axanar".
In realtà questo lancio è stato, per chi scrive, lo spunto per tentare qualche riflessione concreta. Nei mesi scorsi abbiamo potuto ascoltare e leggere molte interviste e diversi dibattiti. Nella maggior parte dei casi le domande e le discussioni sono state piuttosto Quali sono gli scopi dei viaggi spaziali?, spesso anche frivole, e le risposte inevitabilmente sono state sulla stessa lunghezza d'onda.
Le missioni spaziali meriterebbero discorsi seri, domande profonde ed uno sforzo per far comprendere a tutti noi dove possono davvero portarci, giacché anche noi comuni cittadini e mortali siamo curiosi di sapere. Sapere anche dove vanno a finire i soldini spesi. Vediamo innanzitutto cosa ha fatto nello Spazio la signora che, ricordiamolo, tra la laurea in Ingegneria conseguita a Monaco di Baviera nel 2001 e l'assegnazione alla missione Futura dell'ESA arrivata nel 2012 ha messo in fila tutta una di esperienze, riconoscimenti ed ore di volo da Guinness: "semplicemente" ha partecipato ad oltre 200 esperimenti tra fisiologia, scienze della vita, manutenzione, riconfigurazione di moduli e dimostrazioni tecnologiche a volontà.
Se avessi avuto l'onore di poter intervistare AstroSam avrei chiesto innanzitutto una cosa: quali sono le reali possibilità di applicazione concreta dei viaggi spaziali per, ad esempio, agevolare la soluzione di problematiche importantissime che affliggono la Terra come inquinamento, sovrappopolazione di molte aree, smaltimento di rifiuti ed informazioni scientifiche utili ad affrontare mail incurabili o quasi e quanto altro?
Considerato che le condizioni ed i parametri vitali sono del tutto diversi rispetto alla Terra ed alla vita dentro la sua atmosfera, come può incidere sulle nostre vite e sul futuro tutto quanto sperimentato oltre la nostra Luna?
La Luna, già, pensiamoci un attimo: se abbiamo messo piede sul nostro satellite nel 1969, cosa dellaquale tra l'altro molti dubitano, dove dovremmo essere oggi?
Quarantasei anni non hanno certo prodotto i passi in avanti che era lecito attendersi, al di là di qualche sonda inviata su Marte o altrove. Le risorse destinate alla ricerca spaziale sono comunque ingenti, checché ne dicano alcuniillustri referentidel settore che hannotentato di minimizzare asserendo che in termini percentuali sono in realtà minime, eil dubbio che andare nello spazio tanto per esplorare o per soddisfarela classica aspirazione ai "nuovi orizzonti", congenita nell'essere umano "non-pigro", sia patetico quanto inutile e costoso sorge impetuoso e difficilmente confutabile.
Probabilmente viaggi e ricerche conducono a diverse cosette utili o, chissà, di portata storica, che vanno però a noi tenute ancora segrete.
Inutile dunque arrotolarsi intorno a domande che paiono non meritarerisposta, meglio attendere "Axanar": hai visto mai, magari tra le righe, o meglio tra le scene, potrebbe attenderci qualcheindicazione preziosa ed allora sapremo cosa può esserci di buono per noi... oltre gli "scopi militari".