La polizia a Lecce ha attuato una vera e propria spedizione punitiva contro i reati attinenti alla sfera della prostituzione. Si susseguono, infatti, ripetuti rastrellamenti delle forze dell’ordine nelle “vie del sesso” che pare stiano sortendo effetti positivi.

La legge

Dal punto di vista legislativo la situazione inerente il fenomeno della prostituzione hai dei confini molto flebili e indefiniti.Pertanto l’organo esecutivo che deve gestire tali fenomeni agendo in virtù di siffatti precetti normativi si trova in una condizione di grande difficoltà, e i suoi interventi possono rivelarsi il più delle volte privi di efficacia.

A Lecce però, le forze dell’ordine hanno deciso di fare leva sulla ripetitività degli interventi, questi infatti, vengono attuati in gran numero in un ristretto arco temporale, e ciò sta disincentivando fenomeni come quello della prostituzione. Nel caso specifico il disincentivo riguarda da una parte il cliente stesso, che è intimorito dall’eventualità di essere sorpreso, ma dall’altra anche la prostituta, che è dissuasa dallo scendere in strada per via del rischio “economico” di dover passare delle ore in caserma, senza poter lavorare. Gli effetti positivi sul fenomeno stanno emergendo, lo rende noto anche la questura che registra una lieve diminuzione dei soggetti coinvolti in attività legate alla prostituzione.

Il blitz

Ampie zone della cittadina del Salento sono suddivise tra le meretrici, queste ultime molto variegate per età, genere e provenienza. Vi sono transessuali, extracomunitarie e altre ragazze dalle nazionalità più disparate, in particolare primeggiano le nigeriane, ma anche le romene e le bulgare. Il Blitz è consistito in un rastrellamento a tappeto su tutta la zona d’esercizio abituale della prostituzione, ed è partito da viale Oronzo Quarta fino ad arrivare a piazzale Rudiae per poi raggiungere la strada provinciale per Novoli.

Sono stati fermati nel corso dell’operazione una donna nigeriana sorpresa a fare i propri bisogni in luogo pubblico e per questo denunciata per atti contrari alla pubblica decenza, e due ragazzi leccesi facenti uso di stupefacenti. Inoltre sono stati individuati degli immobili adibiti proprio alla consumazione del rapporto tra le prostitute e i loro clienti.