Dalle pagine di Panorama.it e Corriere.it, si apprende che la Procura della Repubblica di Civitavecchia ha iscritto nel registro degli indagati, oltre ad Antonio Ciontoli, anche le altre quattro persone presenti quella sera del 17 maggio scorso nella casa di Ladispoli, dove il povero Marco Vannini fu colpito da un colpo d'arma da fuoco.

Antonio Ciontoli era l'unico indagato

Inizialmente gli investigatori avevano indagato soltanto Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata di Marco, il quale aveva dichiarato che era partito un colpo accidentalmente da una delle pistole d'ordinanza in suo possesso.

Ciontoli infatti, è un sottufficiale della Marina Militare presso i Servizi Segreti e custodiva le armi all'interno dell'appartamento dove ha perso la vita il giovane ragazzo. Le versioni raccontate dai presenti, sono subito risultate discordanti, poi alcune addirittura smentite, tracce di polvere da sparo trovate su almeno tre persone e sulle scarpe di Marco, tentativi di depistaggio al Pronto Soccorso ed il mistero dei vestiti spariti oltre al ritardo nella richiesta di soccorso. Tutti questi sono gli elementi raccolti dalla Procura, i quali hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati anche tutti gli altri componenti della famiglia.

L'ipotesi di reato

L'ipotesi di reato contestata alle cinque persone è di 'omicidio volontario', un'accusa pesante come un macigno che ora gravasulla fidanzata Martina, la madre, il fratello e la fidanzata di quest'ultimo.

Si tratta senza ombra di dubbio di una decisione attesa e scontata, visto che molto probabilmente, tutti conoscono la verità sui fatti accaduti quella sera e tutti dovranno rendere conto sul perché della richiesta ritardata dei soccorsi e delle false dichiarazioni che sono state comunicate al Pronto Soccorso e agli inquirenti.

Ci sono ancora molte ombre da mettere in chiaro su questa vicenda, ma ora che tutta la famiglia è coinvolta nelle indagini, molto probabilmente si arriverà ad una verità. La mamma di Marco Vannini ha dichiarato ai media della carta stampata e della televisione, che lei combatterà sino a quando ne avrà le forze, per dare giustizia alla morte del figlio.

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