Chiesta la conferma dell'arresto di Mario Mantovani. Accusato di corruzione e altri vari reati l'ex presidente alla Sanità lombarda continua a proclamarsi estraneo ai fatti contestatigli, aggiungendo che gli vengano riconosciuti i meriti del suo mandato politico per avere dato tanto al Servizio Sanitario Pubblico. In sua difesa si schiera anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, giudicando l'arresto sconsiderato ed eseguito frettolosamente da qualche giudice alzatosi con il piede sbagliato, aggiungendo alla sua opinione che il mandato è stato eseguito per un attacco politico voluto dalle Toghe Rosse.

A lui si unisce anche l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affermando che l'arresto di Mario Mantovani è per lui un evento di grande stupore considerando il suo uomo di fiducia una persona altamente corretta.

Dubbi e pensieri dei suoi cittadini

Mentre la GDF ispeziona i locali della Fondazione Mantovani in cerca di computer e documenti da analizzare, al bar del paese di Arconate 'l'incontro' gli argomenti dei suoi concittadini si dividono, interrogandosi sull'ex Sindaco Mantovani che dopo la conquista di tre mandati al quarto non è stato eletto, aggiungendosi alle varie considerazioni sullo scandalo della Regione Lombardia in cui è stato coinvolto come a dimostrazione di una credibilità perduta.

Vicino alla Fondazione Mantovani si trova una delle tante residenze per disabili e uno dei molteplici centri per anziani gestiti dalla Famiglia; questo è uno dei motivi per la quale si sospetta un conflitto d'interessi, svelato da una considerazione di Giuseppe Rolfi, 'ex consigliere del comune', che chiama il paese di Arconate "il piccolo regno del conflitto d'interessi".

Ma in tanti difendono Mantovani chiamato dai suoi concittadini "il Faraone" aggiudicandogli la capacità e il merito di aver trovato lavoro a molti di loro e addirittura anche a chi era in debito verso la giustizia.

Difesa e accusa

Al carcere di San Vittore nell'interrogazione di garanzia, Mario Mantovani viene accusato dei reati di concussione, corruzione e turbativa d'asta; ma con l'intervento del suo avvocato tenta la difesa definendosi estraneo ai fatti contestatigli esponendo al giudice la volontà di dimostrarlo prima dell'interrogatorio.

Ma il giudice di Milano Stefania Pepe insiste accusandolo di aver voluto avvantaggiare degli 'amici' nello svolgimento di appalti in cambio di accordi politici ma escludendo introiti di denaro. Dopo 6 ore d'interrogatorio Mantovani ha chiesto al giudice di essere rimesso in libertà. Anche i difensori di Giacomo Di Capo, 'stretto collaboratore di Mantovani' e Angelo Bianchi, 'funzionario al provveditorato per le opere pubbliche lombarde' chiedono la scarcerazione dei loro assistiti.

In tutta questa vicenda il Governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni continua nel tentativo di calmierare le voci che paventano la caduta del Consiglio Regionale chiesta ad alta voce dall'opposizione; così riunisce i membri della maggioranza in cerca di una coalizione responsabile, convinto che sarà resa più forte nell'avverarsi di situazioni che ne mettono a rischio la legittima continuità.

Lunedì 19 ottobre ci saranno nuove interrogazioni da parte del gip verso gli indagati della Regione Lombardia, e Roberto Lassini 'difensore di Mantovani', aggiunge non esserci legittimità né decenza a questa azione voluta dalla magistratura, e a tale riguardo chiede l'intervento degli organi di giustizia comunitaria dell'Unione Europea per analizzarne le meritate considerazioni.