Proseguono le indagini sulla misteriosa scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli, con la presa di posizione della moglie, che al 4 novembre 2015 afferma che il coniuge temeva che qualcuno rubasse materiali aziendali. Mario Bozzoli nutriva qualche sospetto sui propri nipoti (Alex e Giacomo) e si era confidato con la donna, che si chiama Irene Zubani. Sono numerose le ipotesi che stanno portando gli inquirenti a pensare che l'uomo sia effettivamente deceduto all'interno della sua azienda, e che per questo motivo non si possano rilevare altre tracce all'esterno dell'edificio.

I dettagli.

Esperti all'opera

Gli investigatori hanno maturato la convinzione che la soluzione del giallo sia da ricercare all'interno della fabbrica. Nella ditta Bozzoli erano operativi dei forni ad altissime temperature. L'anatomopatologa Cristina Cattaneo e Cesare Cibaldi, quest'ultimo esperto in metallurgia, sono impegnati nel vaglio di molti chilogrammi di metallo, alla ricerca dello spunto giusto per mettere gli investigatori sulla pista buona. Il sospetto è che Mario Bozzoli sia finito in uno dei forni aziendali ma servono ovviamente le prove. Poiché nella dentatura dell'uomo erano presenti parti in zirconio, come risulta dall'analisi dei documenti del suo medico dentista, alcuni frammenti di tale materiale potrebbero essere ancora individuati, almeno in linea teorica, tra le scorie prodotte dai singoli forni.

Bisogna però chiedersi se sarebbero sufficienti a sostenere la tesi dell'accusa.

Contrasti familiari

La ditta Bozzoli era di proprietà di due soci: i fratelli Adelio e Mario. Il primo aveva deciso di mettersi in proprio aprendo uno stabilimento a Bedizzole. Ultimamente i loro rapporti erano un po' deteriorati. Gli investigatori intendono approfondire tale aspetto, anche perché la moglie di mario Bozzoli, Irene Zubani, ha fatto notare che negli ultimi tempi il marito sembrava turbato e impaurito.

Il giallo di Marcheno sembra ancora lontano da una soluzione al 4 novembre 2015. La comunità di Marcheno è rimata profondamente turbata dalla vicenda, in quanto i fratelli Bozzoli e le loro famiglie sono molto conosciute nella zona.

La testimonianza

In questa particolare fase delle indagini, potrebbe risultare importante a fini investigativi il testimone Nicola Loda.

L'uomo, cacciatore, incontrò Beppe Gini, dipendente della Bozzoli ora deceduto, e apprese che la sera della scomparsa di Mario Bozzoli dal forno della fonderia era uscita una fumata anomala e per soffocarne l'avviso gli operai avevano gettato all’interno dei forni dell'altro materiale. Solo una coincidenza? Potete esprimere il vostro parere commentando al di sotto di questo articolo.