E' dopo la notifica della conclusione delle indagini preliminari e la convocazione dell'udienza preliminare che sono cominciate a venire fuori nuovi elementi investigativi importanti sul delitto del piccolo Loris Stival, ucciso a 8 anni, a Santa Croce Camerina, il 29 novembre del 2014, probabilmente della mamma Veronica Panarello, detenuta nel carcere agrigentino di contrada Petrusa si ordinanza di custodia cautelare emessa l'8 dicembre scorso dal gip del tribunale di Ragusa si richiesta della procura della repubblica ragusana. Misura cautelare in carcere già confermata dal tribunale del riesame di Catania e dalla suprema corte di cassazione.
Ieri si è aperto il processo preliminare davanti al Gup, la prossima udienza è stata aggiornata al 3 dicembre prossimo: la difesa ha chiesto tempo per esaminare le cinque nuove perizie tecniche depositate dal pm Marco Rota. I polsi del bimbo, secondo una delle perizie, furono legati dopo il soffocamento, quando Loris, era già in uno stato di "grave compromissione di coscienza".
Infanticidio Loris Stival, depositate cinque nuove perizie tecniche
Tra le ultime notizie si aggiungono i particolari del nuovo interrogatorio a Davide Stival sentito dagli investigatori lo scorso 16 novembre. A svolgere le indagini su delega della procura sono sia i poliziotti che i carabinieri. Le domande degli investigatori sono state focalizzate sulle nuove rivelazioni di Veronica Panarello che ha fatto parziali ammissioni, dicendo di aver nascosto il corpo senza vita di figlio, ma negando che sia stato lei ad ucciderlo e sostenendo che il bimbo sia rimasto vittima di uno strangolamento autonomo mentre stava giovando con delle fascette di plastica.
Complicata la storia delle fascette elettriche che hanno strangolato il piccolo. Davide Stival, secondo quanto emerso nel nuovo interrogatorio, avrebbe capito immediatamente, quel tragico 24 novembre 2014, che su quelle fascette c'era qualcosa che non quadrava: non si trovavano al "solito posto" e già questo fu un elemento di sospetto.
Il mistero delle fascette: nuovo interrogatorio di Davide Stival
"Le fascette - avrebbe raccontato Davide Stival, parte civile nel processo preliminare contro la moglie - non erano a vista, in quanto, tolte dalla mensola su cui erano solitamente riposte, le ho rinvenute - ha spiegato - dietro ad altri oggetti". Poi la mamma di Loris consegnò le fascette alle insegnanti del bimbo e le face vedere al marito al quale chiese insistentemente di andare a controllore se ce n'erano altre in auto.
Davide ha spiegato agli inquirenti di aver controllato solo nell'abitacolo dell'auto e non c'erano fascette, mentre il cofano non l'ha nemmeno aperto. Gli investigatori hanno chiesto a Davide Stival se aveva mai visto giovare il figlio con quel tipo di fascette. La risposta dell'uomo è stata affermativa, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Agi. Il bimbo, in passato, secondo i ricordi del papà, aveva legato con le fascette di plastica dei peluche alla culla del fratellino più piccolo. Inoltre, sempre secondo il racconto di Davide, il piccolo Loris avrebbe utilizzato quella fascette qualche settimana prima della morte giocando con i cerchioni dell'auto della mamma. Quelle fascette, Loris, le aveva utilizzato anche per altre cose? "No. Non ha mai utilizzato le fascette - ha detto Davide Stival - per scopi diversi da quelli descritti".