Ancora un altro scandalo tutto italiano, stavolta tocca all'olio extravergine di oliva, ed a finire sotto inchiesta sono sette grandi marchi nazionali tra cui tre colossi nel campo. Olio extravergine falso a tal punto da non avere i requisiti per la definizione di extravergine, ma venduto nei supermercati come tale, truffando gli acquirenti dal punto di vista del prezzo, ma anche creando ulteriori problemi a chi per motivi di salute è costretto ad acquistare solo olio superiore e che inconsapevolmente ha assunto olio non extravergine. A scoprire la truffa, mettendo sotto inchiesta grandi marchi Italiani, sono stati i Carabinieri del Nas di Torino, coordinati dal Pubblico Ministero Raffaele Guariniello.
Lo scandalo e l'inchiesta
Sono sette le aziende nel mirino dei Carabinieri del Nas di Torino ,che sotto disposizione del PM Guariniello, hanno eseguito delle verifiche su campioni di olio di numerose aziende in commercio. L'indagine è partita a seguito di una segnalazione effettuata da una rivista dedicata ai consumatori.Le aziende nel mirino sono: Carapelli, Coricelli, Bertolli, Sasso, Santa Sabina, Antica Badia e Prima Donna. Alle sette aziende viene contestato il reato di frode in commercio e l'indagine, con tanto di verifiche effettuate su campioni d'olio spacciato per extravergine di oliva, è stata segnalata al Ministero delle politiche agricole.
L'olio extravergine
Come per tantissimi alimenti, anche l'olio è suddiviso in categorie secondo il regolamento CE nr.
1019 del 2002. L'olio viene suddiviso in olio d'oliva, olio vergine di oliva ed infine il prodotto migliore ed ovviamente il più costoso l'olio extravergine di oliva, raccomandato per le sue proprietà poiché si tratta di un olio superiore che viene ottenuto direttamente dalle olive, attraverso procedimenti meccanici nella lavorazione diretta del prodotto. Per essere definito tale, l'olio deve avere un'acidità inferiore allo 0.8%, da questo ne deriva il requisito minimo per la definizione ad olio extravergine di oliva.