Anche Barlassina (un piccolo paese della Brianza), ospita in casa la manifestazione contro il femminicidio che ogni anno miete vittime nelle donne fra i 16 e i 60 anni, e come l'anno passato si unisce a tutti i Comuni d'Italia nelle manifestazioni che celebrano la giornata internazionale contro la violenza sulla donna. Femminicidio è il termine portato alla ribalta dalle cronache internazionali grazie al film Bordetown che racconta i fatti di Ciudad Juarez (città tra Messico e Stati Uniti) dove nel 1922 sono scomparse oltre 4500 donne e più di 650 sono state stuprate, torturate, uccise e abbandonate ai confini del deserto.
Tutto questo è accaduto nel disinteresse totale delle istituzioni fino a quando si sono unite delle messicane attiviste, femministe, giornaliste e accademiche denunciando l'impunità dei crimini e riuscendo ad appoggiare e mandare in parlamento l'antropologa messicana Marcela Lagarde, considerata la teorica del femminicidio.
Criminologhe femministe, riscontrando i fattori ambientali dei delitti, 'sposano' questo nome avvalendosi di una storia ventennale dove le donne sono vincitrici e il termine nasce per dare un giusto tema agli omicidi della donna "in quanto donna", associandolo ai delitti compiuti da una mente malata sulle bambine, dai partner o dagli ex partner, per l'ottusità di un controllo ossessivo, o dei padri verso le figlie che rifiutano le regole di un matrimonio imposto.
Le riflessioni sul femminicidio
Secondo la criminologa Diana Russel, tutti gli omicidi hanno in comune un nome che le sottomette all'assassino, 'donna'. La colpa è non essere nelle aspettative dell'uomo, di non soddisfarne i desideri, di non volere il sesso, di essere una cattiva madre e accusata di disobbedienza, di essere tentatrice e di essersi sottratta al controllo dell'uomo con cui vive: del padre, del fratello, compagno, amante, partner, o semplice amico e conoscente.
Per tutto questo vengono punite con la morte a dimostrazione di essere l'unico sistema per possedere eternamente la donna odiata-amata.
Alla furia s'aggiunge lo stalking, il mobbing, le violenze sessuali sul luogo di lavoro, nella vita sociale e quella psicologica che può portare la vittima al suicidio. Malgrado siano stati fatti numerosi passi in difesa della donna a cui s'appoggia il D.L.n.93/2013, sembrerebbe che in Italia persistano delle "attitudini Socio-Culturali" che condonano la violenza domestica, evidenziando la carenza di una reazione collettiva diretta contro la cultura assassina dei pregiudizi di un tempo passato legati alla virilità, all'onore e al ruolo indiscusso delle differenze tra uomo e donna.
Metodi difensivi attuati
Allo scopo preventivo e per la sua tutela si chiede di contrastare il femminicidio informando la vecchia e la nuova generazione utilizzando l'arma potente dei Media per mezzo dei politici, delle organizzazioni femminili e di personaggi pubblici dello spettacolo che portino a farlo considerare un fatto socialmente inaccettabile. Per questo motivo si rivelerebbe giusto un approccio verso la comunicazione di massa rivolta al tema della donna. Si sono chiesti allo Stato più risorse per contrastare questo tipo di criminalità dopo la relazione speciale dell'ONU che in passato ha rilevato la carenza di stanziamenti in difesa e all'accompagnamento della donna verso la salvezza, mancanza evidenziata come un'ostacolo dell'Italia alla realizzazione degli obblighi fondamentalirivolti pergarantirne il diritto alla vita e la liberazione da qualsiasi tipo di violenza.
In memoria di tutte le donne, private della vita, il mondo è unito in questa giornata lasciando impresso il suo 'NO' alla violenza di cui l'uomo sa rendersi capace quando è braccato dalla paura dell'abbandono.