Emergono importanti notizie per quanto riguarda il delitto di Pordenone, uno dei casi di Cronaca Nera che ha letteralmente sconvolto l'opinione pubblica italiana. Secondo le ultime indiscrezioni, il legale difensore di Giosuè Ruotolo ha ammesso che il suo assistito avrebbe mandato dei messaggi a Teresa Costanza. "Il mio assistito non ha assolutamente importunato Teresa, ma l'ha solo avvisata delle 'scappatelle' di Trifone", ha affermato Roberto Rigoni Stern, l'avvocato di Giosuè Ruotolo. Al momento gli inquirenti stanno analizzando i dispositivi elettronici (cellulari, pc e tablet) che sono stati usati da Giosuè Ruotolo e Rosaria Patrone, i due indagati per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza.
La soluzione di questo complesso caso, molto probabilmente, arriverà dagli esami su questi apparecchi informatici. Secondo la tesi della Procura, comunque, la Patrone avrebbe istigato Ruotolo ad uccidere la coppia di Pordenone.
Delitto di Pordenone, svolta vicina?
Da sottolineare il fatto che Giosuè Ruotolo abbia dato due versioni dei fatti sui suoi movimenti dello scorso 17 marzo (il giorno dell'uccisione di Trifone Ragone e Teresa Costanza). In un primo momento, infatti, il militare dichiarò di non essere uscito di casa quel giorno, ma poi smentì clamorosamente questa versione. Anche le immagini delle telecamere di Pordenone rivelano che Ruotolo si trovava a pochi metri dal luogo dove avvenne il duplice omicidio.
Le telecamere, inoltre, mostrano la sua presenza nel parco di San Valentino, dove venne rinvenuta la pistola con la quale furono uccisi i due fidanzati. La posizione di Ruotolo, dunque, nonè molto chiara; c'è, inoltre, un altro indizio che potrebbe contribuire ad inchiodarlo. Il commilitone, infatti, ha sempre dichiarato di non frequentare Trifone e Teresa, ma nel suo cellulareè stata trovata una foto del suo collega. Inoltre, come ha confermato il suo legale Roberto Rigoni Stern, pare che Ruotolo abbia utilizzato molto spesso un falso profilo Facebook dal quale avrebbe mandato dei messaggi inquietanti a Teresa Costanza.