L’orologio dell’apocalisse non è mai stato così chiaro: ancora tre minuti e la catastrofe sarà inevitabile.Era il 1974 quando il Doomsday clock apparve per la prima volta sulla copertina del Bulletin of the Atomic Scientist a simbolizzare l’emergenza dei danni nucleari e con il tentativo di sensibilizzare la popolazione e i politici di tutto il mondo.Nel corso degli anni, l’orologio figurativo ha oscillato tra i diciassette e i tre minuti prima della mezzanotte, a seconda degli accadimenti più importanti. Solamente in un’altra occasione, nel 1984, in piena ripresa della Guerra Fredda, l’orologio aveva raggiunto i livelli attuali.

Un po' di storia con il Doomsday clock

Nel 1995 i minuti divennero 14, come incoraggiamento alla supposta pace post Guerra Fredda. Ma il 2015 è tornato ad essere un anno negativo: cambiamenti climaticie modernizzazione delle armi nucleari le principali motivazioni avanzate dai diciassette Premi Nobel scienziati presso la Chicago University.

La questione è impellente e molto più seria di come si sarebbe potuto immaginare in un primo momento. Nel dicembre del 2015 centonovantacinque Paesi si sono trovati a Parigi in occasione della conferenza internazionale sul clima con l’intento di “accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra”. L’accordo è stato adottato e presenta considerevoli tematiche che non sarà semplice portare a termine.

Ma non è tutto. Per entrare in vigore l’accordo dovrà essere ratificato da almeno cinquantacinque Paesi tra quelli che rappresentano il 55 per cento delle emissioni mondiali di gas serra. Le tempistiche potranno perciò variare in base al reale interesse ed impegno di questi ultimi.Oltre a ciò, la questione del nucleare. Secondo il Bulletin of the Atomic Scientist per limitare i danni sarebbe sufficiente un maggiore dialogo tra gli Stati Uniti e i Paesi come la Russia, la Cina e la Corea del Nord.

Proprio quest’ultima ha stupito il mondo i primi giorni del gennaio 2016 con un test a sorpresa della loro bomba nucleare all’idrogeno. A darne prova un sisma di magnitudo 5.1 della scala Richter e le affermazioni del giovane leader nordocoreano Kim Jong-un il quale ha dato il via a celebrazioni in piazza per festeggiare l’importante evento.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha naturalmente condannato il fatto ma la questione rimane aperta, così come il rischio che altri Paesi seguano l’esempio asiatico dando il via ad una pericolosa catena.L’azione dovrà essere immediata e solamente l’impegno dei leader mondiali potrà sanare, o se non altro frenare, la situazione.

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