Riteniamo sia poco saggio, anzi perfettamente inutile, continuare a parlare degli accordi di Monaco che dal 19 febbraio dovrebbero sancire lo stop della guerra in Siria. Mancano solo tre giorni ed il bilancio dei morti si aggrava ulteriormente. In realtà 50 vittime negli ultimi bombardamenti sono un pulviscolo nell'ambito di oltre 260 mila vittime dall'inizio del conflitto nel 2011 ma ieri sono state colpite due scuole e cinque strutture sanitarie tra cui una clinica di Medici senza frontierenel Nord Ovest del Paese. È agghiacciante e sembra una strategia mirata ad indebolire ulteriormente la popolazione civile perché dal modo in cui sono stati colpiti gli obiettivi, sembra evidente che non si tratti di un errore.
Chi sono i colpevoli di questo crimine? Non è chiaro, alla luce del pingpong che vede protagonisti gli attori di questa farsa.
La Turchia accusa la Russia
Il primo a salire sul palco è stato il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, secondo il quale sono stati i russi a colpire scuole ed ospedali. Per il governo di Ankara, la strategia di Mosca è molto semplice. "I russi si comportano come i terroristi e stanno costringendo i civili a fuggire. Presto, alla comunità internazionale resteranno due opzioni: Assad o l'Isis". Perché naturalmente, nelle zone in cui si continua a bombardare sarebbero annidati, secondo la Russia ed il presidente siriano Assad, le forze ribelli o le milizie jiahdiste. Alla fine l'ipotesi che si cerchi di porre i governi occidentali dinanzi ad un aut aut, in parole povere se sia meglio l'attuale rais o il pericolo islamista, poggia su basi fondate.
Il tutto, per tutelare un fedelissimo alleato. L'Osservatorio siriano dei diritti umani sembra appoggiare questa tesi ed ha parlato di un "raid delle forze militari russe". Ovvio che le accuse della Turchia fanno salire alle stelle la tensione con Mosca, fermo restando che il governo di Ankara starebbe cercando di sfruttare il caotico fronte siriano per colpire le milizie curde: l'ennesima guerra nella guerra.
Mosca smentisce ed Assad accusa gli Stati Uniti
Da Mosca, non potrebbe essere altrimenti, giunge una secca smentita. "Solo propaganda", hanno dichiarato gli esponenti del governo di Vladimir Putin. Ma c'è di più, sempre da Mosca giungono precise accuse verso gli Stati Uniti, da parte dell'ambasciatore siriano Riyad Haddad. Le sue dichiarazioni sono state riportate da due agenzie internazionali e riguardano in particolare la struttura di Medici senza frontiere.
"Sono stati i jet americani", ha dichiarato il diplomatico del governo di Bashar al-Assad. Naturalmente il portavoce del dipartimento di Stato americano rispedisce le accuse al mittente. Per John Kirby l'unico responsabile è il governo siriano che si fa beffe degli accordi di Monaco non preservando i civili dagli attacchi a pochi giorni dal 19 febbraio, data a questo punto molto ipotetica sul "cessate il fuoco". I raid aerei americani ci sono stati davvero ma sarebbero stati indirizzati sulle postazioni dell'Isis a Raqqa ed Al Hasaka, nel Nord Est del Paese mentre le scuole e gli ospedali colpiti sono nella zona di Idlib, a sud di Aleppo, sul versante opposto.
Impossibili gli aiuti umanitari
Impossibile, a questo punto, rispettare gli accordi di Monaco?
Il comportamento di chi ha commesso questi crimini sembra orientato a far saltare tutto e, se ciò dovesse avvenire, siamo convinti che tutto si possa fermare all'ennesimo, ridicolo scambio di accuse. Uno dei punti dell'intesa prevedeva nel più breve tempo possibile l'invio di aiuti umanitari. Riteniamo che allo stato attuale sia molto difficile che ciò avvenga, distruggere le scuole e gli ospedali, colpire la popolazione più inerme fa forse parte di un disegno più ampio per mettere ulteriormente in ginocchio il popolo siriano. E chi suppone che al momento di mettersi attorno ad tavolo rimarrà ben poco della Siria così come oggi la conosciamo non è probabilmente lontano dalla verità.