Oggi lunedì 23 maggio 2016 sono passati ventiquattro anni dalla morte del magistrato Giovani Falcone, che ha sacrificato la propria vita per aver indagato sul sistema di Cosa Nostra. Era il 23 maggio 1992 quando Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e ad alcuni agenti della scorta, perse la vita nella "Strage di Capaci".Bisogna anche notare la grande amicizia che tenne sempre legati Borsellino e Falcone, che avevano sempre avuto un solo sogno: quello di cambiare Palermo. Il loro contributo si è sicuramente fatto sentire ed è proprio grazie a persone come loro che sono stati arrestati capì indiscussi di Cosa Nostra, come Totò Riina e Luciano Liggio.
Falcone e il sogno di cambiare quella Palermo "violenta"
Ma nella sua carriera di magistrato è riuscito a togliersi numerose soddisfazioni, soprattutto dopo l'incontro con il pentito Tommaso Buscetta, che aveva deciso di parlare e di rivelare tutta la verità. L'ex membro di Cosa Nostra aveva vissuto un periodo molto difficile negli anni ottanta, dovuto al fatto che alcuni suoi figli erano stati uccisi su ordine di Totò Riina. Al tempo stesso, però, non si è mai capito perché Giovanni Falcone non abbia ricevuto la carica di procuratore, che era stata poi affidata ad un tale Antonino Meli. Questa inspiegabile scelta era data dal fatto che anche all'interno dei sistemi giudiziari c'era grande corruzione e il controllo della mafia.
Questa terribile ingiustizia fu ricordata pochi giorni dopo la morte del suo amico e collega, dal magistrato Paolo Borsellino. Falcone era stato uno dei pochi che per la prima volta aveva usato senza aver paura il termine mafia e spiegò più volte che poteva essere sconfitta. Negli anni in cui Falcone era magistrato, venne a contatto con una Sicilia violenta, dove tutto si aggirava intorno alla cupola di Cosa Nostra.
Ogni giorno veniva ucciso un personaggio ritenuto scomodo daiCorleonesi.Non può essere un giorno come gli altri ed è importante non dimenticare personalità come Falcone, che si sono messe al servizio dello Stato.