Sentenza che potrebbe quasi essere definita ‘storica’ quella emessa quest’oggi dalla Corte di Cassazione e che, sicuramente, verrà presa utilizzata come ‘precedente’ in futuro per casi simili. Un giovane ucraino di 30 anni senza fissa dimora, infatti, si è visto annullare la condanna per furto che gli era stata inizialmente (nell’ottobre 2013) inflitta dalla Corte di Appello di Genova.
Il furto nel supermercato
I fatti risalgono al novembre del 2011. Il clochard ucraino aveva rubato (mettendoli in tasca) una confezione di wurstel e due pezzi di formaggio dal valore complessivo di 4 euro dagli scaffali di un supermercato genovese.
Ad accorgersi del furto era stato un altro cliente del negozio, che ha prontamente avvertito il servizio di vigilanza. Roman (questo il nome del ragazzo protagonista della vicenda) era stato anche abbastanza furbo dal presentarsi comunque alla cassa per pagare solo una confezione di grissini, mentre nascondeva il pacchetto di wurstel e i due pezzi di formaggio nelle tasche dei suoi pantaloni. Ma dopo aver pagato alla cassa, è stato fermato dal personale vigilante del supermercato, che a sua volta ha avvertito le forze dell’ordine per procedere legalmente nei confronti del ladro.
La fine del processo
Ma quest’oggi è stata scritta la parola ‘fine’ al processo: Roman ha visto annullarsi completamente dalla Cassazione la condanna per furto precedentemente inflittagli dalla Corte di Appello.
La cosa curiosa è che a fare ricorso in Cassazione non era stato il senzatetto, bensì la Corte di Appello genovese, che ha chiesto che il giovane venisse condannato non per furto (lieve), ma per tentato furto, visto che i vigilanti del supermarket erano riusciti a ‘riprendersi’ il maltolto. In base a questa decisione, la Cassazione ha stabilito una volta per tutte che rubare piccole quantità di cibo non è reato quando queste servono per soddisfare la ‘imprescindibile esigenza di cibarsi’.
Tra le altre cose, Roman era già stato beccato in passato a rubare piccole quantità di cibo da altri negozi genovesi, sempre perché ‘spinto dalla fame’. I giudici hanno deciso di tenere in considerazione la sua condizione, oggettivamente ‘disperata’, e di non punirlo a livello penale (la sentenza di primo grado parlava di 6 mesi di reclusione, condanna confermata poi anche in appello), anche se poi hanno confermato la multa di 106 euro che l’uomo dovrà comunque pagare al supermercato per il tentato furto.