Debora Sorgato, in carcere dal 18 febbraio scorso per l'omicidio di Isabella Noventa, non ha ottenuto la libertà. Era stata proprio lei, in prima persona, a presentare e firmare l'istanza di scarcerazione, senza l'aiuto dei suoi avvocati. Ma il gip Cristina Cavaggion ha risposto - come era prevedibile - in maniera negativa,a causa delle motivazioni insufficienti. Pare infatti che Debora abbia chiesto la scarcerazione semplicemente in quanto innocente ed in quanto madre che vorrebbe accudire il proprio figlio. Nessun ravvedimento quindi nelle parole della 45enne, nessun pentimento e soprattutto nessuna intenzione di collaborare con gli inquirenti per far luce sulla vicenda.

Troppo poco, rispetto ai gravi indizi di colpevolezza e alle esigenze cautelari, sia secondo il gip siasecondo il pm Giorgio Falcone. La donna è sospettata di essere l'esecutrice materiale del delitto, a colpi di mazzetta, ma sembra si sia sempre avvalsa della facoltà di non rispondere davanti agli inquirenti e davanti al pm, e non ha mai fornito la propria versione neanche sulla posizione del maresciallo Verde, ormai suo ex compagno.

I gravi indizi

Il provvedimento che ha negato la scarcerazione di Debora Sorgato rimanda all'ordinanza di febbraio che ha portato i tre indagati in carcere. In particolare il giudice ritenne che la "machiavellica costruzione" di depistaggio non potesse avere motivo alcuno se non la precisa volontà di uccidere e la programmazione di tutto ciò che serviva per un alibi di ferro.

Questo smonterebbe anche la difesa di Manuela Cacco, che ha sempre sostenuto di aver partecipato solo alla messinscena, ma non ci sono stati contatti telefonici, perciò anche la tabaccaia diCamponogara era perfettamente al corrente di ciò che avrebbe dovuto fare.

Le esigenze cautelari

Per quanto riguarda le esigenze cautelari, Debora sembra proprio essere la mente del trio che ha causato la morte ed inscenato la scomparsa della povera Isabella Noventa.

Il giudice si richiama alla pericolosità sociale e alle sue capacità manipolatorie.Debora Sorgato rimane quindi rinchiusa nel carcere di Montorio a Verona, ma non si esclude che la donna proponga appello al tribunale del Riesame.