Proseguono ancora le operazioni di ricerca dei gruppo di soccorritori ad Amatrice. A due giorni di distanza dal Terremoto che ha scosso il centro Italia, la cui notizia ha fatto il giro del mondo e il cui bilancio delle vittime è purtroppo ancora aperto, è in questa cittadina in provincia di Rieti che si aspettano ancora di trovare corpi sotto le macerie. Domani ad Ascoli Piceno si terranno invece i funerali delle vittime marchigiane, di Arquata e Pescara del Tronto.
Parole di troppo
La devastazione che il sisma ha portato nei piccoli borghi che fino a ieri erano perle architettoniche, centri di grazia e bellezza, luoghi di accoglienza e semplice ospitalità, non ha però fermato i maldicenti, i facinorosi, coloro che colgonoogni occasione possibileper fare sterili polemiche o diffondere odio.
Così in rete si sono moltiplicati post di persone che si scagliavano contro i migranti, ospitati negli alberghi, suggerendo di mandare loro nelle tende e di dare invece i loro alloggi agli sfollati del terremoto.
Una lezione di civiltà
Anche in mezzo al dolore della perdita e allo chic della fuga, un'abitante di Amatrice ha avuto un moto di disgusto alle parole di infondato odio diffuse tramite internet; e tramite internet, tramite il social networkFacebook, ha dato una grande lezione di civiltà. Ha scritto che Amatrice era un centro in cui vivevano degli immigrati che facevano a tutti gli effetti parte della comunità; che quegli immigrati sono morti, come gli amatriciani, e quelli sopravvissuti si sono dati da fare insieme agli altri soccorritori per salvare vite, o recuperare corpi.
Ha scritto che nessun amatriciano caccerebbe un rifugiato dal suo alloggio perchè non ci sono "noi" e "loro", perchè l'orrore, che sia causato da un terremoto o da una guerra, accomuna tutti gli esseri umani.
Uniti nella tragedia
Le toccanti parole della donna di Amatrice che ha dovuto abbandonare la sua casa, ma ne possiede un'altra a Roma, ci hanno ricordato che questa tragedia ha un risvolto positivo, come ogni cosa umana.
Nei momenti di dolore ritroviamo la nostra fratellanza, ricordiamo le cose importanti, cancelliamo le differenze. Usare il terremoto per creare divisioni e discordie è un atteggiamento vigliacco, e, a dirla tutta, volgare. In queste ore ci vorrebbe solo silenzio, per rispetto verso chi soffre, e per riflettere sul futuro che davvero vogliamo per noi e per i nostri figli: di odio o di pace?