La morte, la paura e la disperazione hanno mostrato il loro volto orrendo al centro Italia, in una notte di fine estate, quando le lancette degli orologi si sono fermate alle 3:36. Ma come in ogni male c'è anche un bene, la tragedia del terremoto di due notti fa ha i suoi sopravvissuti e i suoi eroi. Cerchiamo di conoscere alcune delle loro storie.

Si sente un lamento di sotto e 2 vigili del fuoco scendono in profondità tra le macerie. “E' un cane!” grida uno di loro. E per mezzora i due eroi continuano a scavare, mentre portano giù dell'acqua al poverino animale ferito e assetato.

Infine lo portano vivo in superficie e lo depositano nelle mani del personale medico fra gli applausi e le grida di gioia della folla. Dice Gianni Macerata, il vigile incaricato: “Uomo o bestia, per noi non ha importanza, lo salviamo lo stesso”.

I soccorritori tirano fuori una coppia dalle rovine di una casa, poi ritornano in ricerca di altri sopravvissuti. A loro sorpresa sono accolti con cortecce e ringhia di un cane che, sebbene ferito gravemente a una gamba, continua a svolgere il suo dovere e difendere ciò che resta della casa dei suoi padroni. Ma i militari non si arrendono e finalmente riusciranno a portare il bravo Bravo con loro, in salvo.

Poi c'è la storia di Suor Mariana del Monastero di Amatrice, che insieme a due altre monache e un'altra donna anziana si sono salvate a vicenda, prendendosi le mani e tirandosi fuori l'un l'altra.

Una decisione giusta al momento giusto, che ha salvato le loro vite. Cominciato il Terremoto, avevano preso riparo sotto un tavolo. Ma quando era diventato ovvio che nessun muro del convento sarebbe rimasto in piedi, hanno deciso in un istante di correre fuori mano a mano, una tirando l'altra con se.

Infine la miracolosa sopravvivenza di Maria, un'altra residente di Amatrice, salvata dal suo stesso cuscino.

Svegliata dal tumulto apocalittico, Maria ha visto crollare interamente la parete su un lato, fortunatamente senza essere colpita. Subito la parete sul lato opposto ha collassato quasi sul letto, però anche stavolta Maria è rimasta incolume. L'istante dopo ha sentito un frastuono terribile e il soffitto è crollato sopra di lei.

È riuscita solo coprirsi la testa con il cuscino. E è stato questo gesto a salvarle la vita.

E quante altre storie incredibili avranno da raccontare i 215 sopravvissuti del fatidico 24 agosto 2016, aggiungendo un po' di rosa, di giallo e del verde della speranza al grigio macabro che ha sepolto sotto di se i sorrisi dei tanti che non ce l'hanno fatta.