Mentre l'Europa si affanna con la polemica sul burkini, dall’altra parte dell’Oceano il Canada “consegna” l’hijab addirittura alle poliziotte. Le donne della Regia polizia a cavallo canadese, la Royal Canadian Mounted Police (Rcmp), conosciuta in tutto il mondo come 'Mounties', potranno infatti indossare l'hijab, abbandonando così la tradizionale giacca rossa ed il cappello a falde larghe che contraddistinguono la forza dal lontano 1872.

Vocazione all'accoglienza

Il Paese ha una forte vocazione ad accogliere gli immigrati, ma questo da solo non basta a spiegare la distanza siderale con il Vecchio Continente; anche in Europaci sono Paesi con una grande apertura verso l’integrazione sociale, specialmente con i musulmani.

Al momento laFrancia chiude (il divieto del burkini sulle spiagge transalpine), impaurita da ciò che può nascondere un velo, il Canada apre. La decisione, ha spiegato il portavoce del governo Scott Bardsley, riflette la diversità nelle comunità del Paese ma anche la volontà di attrarre un maggior numero di agenti musulmani. Secondo statistiche recenti, le donne costituiscono fino a circa un quinto della Rcmp ma non è chiaro ancora quante di loro indosseranno la nuova divisa. Secondo il quotidiano di Montreal La Presse, tre tipi di hijab sono stati provati prima di scegliere il modello ritenuto più adatto per la polizia a cavallo. Il giornale scrive inoltre che l'hijab può essere rimosso velocemente all'occorrenza e non risulta di ingombro per le agenti.

Per la verità, la notizia è importante per il contesto globale in cui viviamo, ma assolutamente normale per quel territorio. In Canada agenti della comunità Sikh possono indossare il turbante dal 1990 e già due altre forze di polizia nel Paese, quelle di Toronto ed Edmonton, offrono l'opzione dell'hijab.

Il fenomeno rifugiati

In un articolo pubblicato sull’International Journal of Social Welfare, sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta tra il 2008 e il 2011 con l’obiettivo di studiare le RCOs in Canada, in particolare a Montréal, dove sono presenti molti gruppi di persone richiedenti asilo, e a Winnipeg, dove sono presenti grandi insediamenti di rifugiati.

L’obiettivo era proprio quello di comprendere il tema rifugiati e integrazione. Il fenomeno dei rifugiati, dunque, lo conoscono bene. Non è un caso che si tenti di “fare qualcosa”; la preoccupazione degli operatori sociali di non riuscire a rispondere ai bisogni emergenti dei migranti sta aumentando; il loro numero infatti sta aumentando in maniera inversamente proporzionale alla capacità di accoglienza. E questo crea tensioni.

Gli esperimenti in Europa

Tornando all’Europa, va detto che politiche simili sono state adottate dalla polizia di Svezia, Norvegia, Londra e anche da forze dell'ordine in alcuni Stati americani. Può essere un modo per aiutare le culture ad integrarsi, tenendo conto del fatto che il “permesso” viene dato a rappresentati delle forze dell’ordine, che hanno dunque già superato test di affidabilità.