È il giorno di San Michele Arcangelo, protettore della città di Caltanissetta. Oggi, 29 settembre, alle 10,30 in cattedrale il solenne pontificale presieduto dal vescovo Mario Russotto, alle 19,30 la Processione della statua - portata a spalla dai devoti - che attraverserà le principali vie del centro storico tra due ali di folla, al grido "Viva lu Principi San Micheli Arcangilu". Ogni anno, per la ricorrenza, arrivano centinaia di fedeli anche dai centri vicini. La partecipazione alla processione è un segno di profonda devozione per i nisseni, in gran parte a piedi scalzi.

Dietro un "viaggio", come lo definiscono quanti vivono con grande coinvolgimento spirituale questo momento, c'è sempre una grazia ricevuta o una da chiedere. Casi piccoli e grandi, che riguardano figli, genitori, fratelli, nonni, nipoti, amici e non solo. A conclusione della processione gli immancabili giochi d'artificio, attesi da giovani e meno giovani, e la tradizionale passeggiata alla Fiera merceologica, quest’anno in viale Margherita. Il parco dei divertimento è stato allestito a “Pian del lago”.

L'apparizione a Fra' Giarratana

La devozione dei nisseni a San Michele Arcangelo è ultracentenaria. Si tramanda di generazione in generazione un episodio risalente al 1625: l'apparizione del santo a Fra' Giarratana, nel vecchio convento dei Frati cappuccini dell'odierna viale Margherita.

Il frate vide l'Arcangelo Michele con la spada sguainata, mentre impediva l'ingresso di un appestato in città, confinandolo in una grotta di contrada "Sallemi". Proprio da quelle parti fu costruita una chiesa dedicata al santo. Si narra che, dopo la proclamazione di San Michele Arcangelo protettore di Caltanissetta, si rese necessaria la realizzazione di una statua in tempi brevi.

Proprio in quei giorni era in città uno scultore d Nicosia, Stefano Li Volsi, che stava lavorando alla realizzazione dell'Angelo custode.

Volto 'opera degli Angeli'

A Li Volsi fu chiesto di adattare il lavoro già fatto, per ottenere la statua di San Michele Arcangelo: nella mano destra, che originariamente indicava il cielo, fu sistemata la lancia che colpisce Lucifero, sotto i piedi del santo, mentre nella mano sinistra fu posta la catena che termina al collo dello stesso Lucifero.

Il volto fu il vero problema: Li Volsi fece diversi bozzetti, senza esito. A un certo punto si recò in chiesa per pregare. Si racconta che lo scultore fu colto da un sonno profondo e che al risveglio, con grande stupore, vide sull'altare una testa già scolpita, in legno, di straordinaria bellezza, ed esclamò: "È opera dgli Angeli!". È la stessa che i fedeli ammirano ancora oggi.