Si è concluso nel migliore dei modi l'incubo del gioielliere Rodolfo Corazzo che, la sera del 24 novembre dello scorso anno, durante una rapina in casa a Rodano, nel milanese, uccise uno dei tre rapinatori che tenevano in ostaggio la moglie e la figlioletta di 11 anni. La richiesta di archiviazione dell'indagine è stata inviata dalla procura di Milano ai gip Grazia Colacicco e Alberto Nobili, titolari dell'inchiesta aperta contro il gioielliere come 'atto dovuto' per eccesso colposo di legittima difesa.

Cosa accadde in quelle due terribili ore

Dopo quasi un anno di indagini e rilevamenti, la procura di Milano ha messo a verbale le dinamiche di quella sera da incubo vissuta dalla famiglia Corazzo.

Confermata quindi la versione dal gioielliere, rilasciata subito dopo i fatti, che aveva dichiarato che i tre rapinatori a volto coperto, lo avevano atteso in garage al rientro dal lavoro. Picchiato e trascinato in casa, sotto la minaccia di pistole lo hanno costretto a consegnargli soldi, orologi e gioielli che custodiva in cassaforte. Non appagati, hanno intimato al gioielliere di consegnargli anche il contenuto di un'altra cassaforte, che non esisteva, minacciando di uccidere la moglie e la figlioletta. La piccolina, è stata inoltre costretta a seguire i banditi al piano superiore, convinti che lei sapesse dove fosse nascosta. Dopo circa due ore di terrore, il gioielliere ha reagito sparando un colpo di pistola in aria.

Ne è nato un vero e proprio conflitto a fuoco, sotto gli occhi terrorizzati della moglie e della piccola che, nel frattempo, si erano nascoste dietro un divano. Vennero sparati dieci colpi, sette da parte dei rapinatori e tre dal gioielliere che, con uno, colpì ed uccise Valentin Frrokaj, 37enne albanese, già ergastolano e latitante.

Nella concitazione gli altri due fuggirono e sono tutt'ora ricercati.

Lo sfogo del gioielliere dopo la decisione della procura di Milano

"E' la fine di un incubo" ha dichiarato il gioielliere, ringraziando la magistratura ed i carabinieri che, da quella sera, passano spesso davanti la villetta della famiglia. "Mia figlia è ancora un po' scossa e spaventata" ha aggiunto il gioielliere al quale sono state riconsegnate anche le armi, molte da collezione, che deteneva legalmente.