L'altro ieri sera in Consiglio comunale a Palazzo Ducezio è passata la mozione con cui la coalizione Noto Bene Comune, attraverso i consiglieri Gianfranco Pintaldi, Giovanni Ferrero e Pietro Rosa, ha denunciato quanto accaduto con il ridimensionamento dell'ospedale Trigona di Noto a causa del recente decreto dell'Assessore regionale alla Sanità Gucciardi. Non è stato facile per i consiglieri di opposizione porre sotto la luce dei riflettori l'ennesimo tiro mancino che la classe dirigente regionale ha tirato al nosocomio netino. La maggioranza, infatti, non ha voluto, settimane addietro, che la seduta fosse celebrata in forma aperta, cosa che avrebbe dato molta più eco all'evento e ai provvedimenti consequenziali.

In ogni caso, adesso la comunità politica netina è impegnata per evitare che il Trigona diventi un semplice ospedale di comunità, una sorta di ampio pronto soccorso, nella preoccupazione generale dei cittadini.

E in queste ore, improvvisamente, avviene anche la presa di posizione del deputato regionale della maggioranza e presidente della commissione bilancio, Enzo Vinciullo, che minaccia di far saltare gli accordi sulla sanità se dovesse concretizzarsi lo scippo del Trigona. Una presa di posizione tardiva e anomala, considerato che Vinciullo, oltre che far parte alla Regione di una maggioranza a guida Partito Democratico, al secondo turno delle recenti elezioni amministrative, ha anche sostenuto l'attuale primo cittadino di Noto, candidato dello stesso Pd, ovvero dello stesso partito dell'Assessore regionale che ha firmato il decreto.

Tuttavia, che adesso il deputato Ncd si schieri sulle posizioni di Noto Bene Comune sulla vicenda del Trigona potrebbe essere un segnale di speranza che le cose possano cambiare. Si spera che non sia solo un gesto di facciata.

Il problema è che, al momento, il trasferimento di tanti reparti verso il Di Maria di Avola è scritto nero su bianco e - per questa ragione - l'opposizione in consiglio comunale a Noto non arretrerà di un centimetro rispetto alla propria battaglia per la sanità pubblica netina.