Potrebbero riaprirsi le porte del carcere per Fausta Bonino, infermiera dell'ospedale di Piombino finita dietro le sbarre con l'accusa di aver ucciso 14 pazienti del nosocomio con dosi massive di eparina.
Il sì della Cassazione al riesame del caso
La Prima sezione penale della Cassazione si è pronunciata in modo favorevole al riesame, in accoglimento del ricorso della Procura di Livorno contro l'ordinanza di scarcerazione a carico della donna dopo 21 giorni di detenzione. Il legale dell'infermiera ha escluso che possa subire nuovamente una misura cautelare in quanto ogni punto risulta chiarito ed è emersa, dal punto di vista della difesa, la assoluta estraneità ai fatti della Bonino.
Tredici morti sospette
Sono 14 i pazienti deceduti in circostanze misteriose per apparente overdose dieparina. La presenza della Bonino durante tutti i decessi ha fatto scattare immediatamente l'allarme e ha giustificato la custodia cautelare in carcere per presunto rischio di reiterazione del fatto, questo secondo l'accusa.
Morti inspiegabili anche in assenza della Bonino
Per contro la difesa dell'infermiera ha denunciato i decessi misteriosi di almeno altri 14 pazienti, secondo cartelle cliniche in possesso dei legali della Bonino, avvenuti in assenza della stessa.
Tutti i casi evidenziati dalla difesa si sarebbero, infatti, verificati dopo il mese di ottobre 2015, quando la donna non era più in servizio presso il reparto di Rianimazione.
Fausta Boninosi dice serena e sicura che non tornerà in carcere, pronta a giurare sui suoi figli la sua assoluta innocenza.
Tantissimi gli elementi che fanno presupporre non si sia trattato di morti per cause differenti senza matrice dolosa. Un unico indizio per tutti è l'elevata concentrazione di eparina riscontrata in tutti i pazienti deceduti.
Certo è che se non fossero morti accidentali e se Fausta Bonino è davvero innocente qualcuno opera nel silenzio delle sale ospedaliere di Piombino e ancora non è stato scoperto. Un vero rompicapo dal punto di vista medico e scientifico.