Dopo il drammatico fallimento dell'intesanon è prevista nessuna ulteriore tregua delle operazioni militari in Siria. Il regime di Damasco e la Russia proseguiranno la guerra contro i ribelli e contro lo Stato Islamico fino a quando non l'avranno vinta. Questo, in sintesi, il pensiero del presidente siriano Bashar al-Assad, intervistato dall'agenzia di stampa Associated Press. Il rais ha scaricato tutte le colpedi questo stato di cose sugli Stati Uniti.
'Attacco a Deir el-Zor intenzionale'
Il numero uno del governo di Damasco ha rigettato qualunque responsabilità sulla ripresa delle attività belliche.
"Gli Stati Uniti - ha detto - sono i responsabili del fallimento del 'cessate il fuoco', l'attacco alla nostra base di Deir el-Zor è stato intenzionale". Al contrario, Assad nega il coinvolgimentodelle sue forze aeree e dell'aviazione russa in merito al convoglio umanitario colpito ad Aleppo in cui sono rimasti uccisi 21 operatori delle forze di pace. "La guerra si trascinerà ancora per un periodo indefinito di tempo - ha aggiunto il presidente siriano - perché ci sono troppi fattori esterni che non siamo in grado di controllare". Si è detto inoltre "convinto che i milioni di siriani rifugiati all'esterno torneranno entro pochi mesi se gli Stati Uniti, la Turchia, il Qatar e l'Arabia Saudita smetteranno di sostenere i ribelli".
Nuove accuse contro il regime
Intanto, dopo i due raid che hanno causato la morte di operatori di pace e personale sanitario, ci sarebbero nuove accuse nei confronti di Damasco e Mosca che starebbero usando bombe al fosforo nella loro massiccia campagna di bombardamenti sui quartieri di Aleppo che sono sotto il controllo dei ribelli.
In particolare nelle zone di Kallasa e Bustan al-Qasr, assediate ormai da mesi dall'esercito regolare siriano e dai Pasdaran iraniani ed oggetto di raid da parte dell'aviazione russa e siriana. La notizia va presa con le pinze così come non vanno prese per oro colato le dichiarazioni del regime, la fonte è infatti il sedicente Osservatorio siriano per i diritti umani la cui attendibilità andrebbe sempre verificata.
Ad ogni modo, nella circostanza, le immagini trasmesse dall'Aleppo Media Center mostrerebbero i quartieri suddetti praticamente illuminati a giorno da esplosioni di color bianco prodotte dalle bombe, cosa che fa presupporre l'uso delle armi al fosforo.
Non ci sarà la 'no-fly zone'
Il segretario di Stato americano, John Kerry, cerca intanto di difendere ostinatamente il proprio lavoro diplomatico che, insieme all'omologo Sergej Lavrov, aveva portato alla tregua di una settimana poi bruscamente interrotta. L'ultima proposta che arriva da Washington è quella di istituire in Siria una "no-fly zone" e vietare dunque le azioni aeree in specifiche aree del Paese. Negativa la risposta di Mosca e questo testimonia ancora quanta mancanza di fiducia e quanta tensione ci sia nei rapporti tra le due superpotenze. Il vice ministro degli esteri russo, Sergej Riabkov, ha risposto semplicemente che la proposta "non è attuabile".