Una brutta e conturbante storia arriva da Pescara, cittadina rivierasca di provincia. Non si tratta della solita vicenda di stalking, a cui, purtroppo, le cronache locali e nazionali ci hanno abituato, ma è una vicenda grottesca, al limite del surreale.

I fatti

Il tutto ha inizio lo scorso mese di giugno, quando gli agenti della polizia di Pescara, hanno cominciato ad indagare per dei presunti atti persecutori perpetrati ai danni di una donna, da un’altra donna, che divorata del tarlo della gelosia, era convinta che la sua migliore amica avesse una relazione extraconiugale con suo marito.

La donna, una 52enne del posto, aveva cominciato a perseguitare la sua vittima attraverso minacce, ingiurie e molestie, attraverso continue telefonate, messaggi telefonici, e post denigratori e diffamatori attraverso il proprio profilo Facebook.

L'aggressione e le minacce sotto lo studio della vittima

La donna era arrivata addirittura ad aggredire fisicamente la sua ex amica, colpendola con calci e schiaffi, presso il luogo di lavoro della vittima, che si è vista recapitare a casa e nel suo studio anche dei volantini dal contenuto diffamatorio, nei quali era riportata la storia della presunta relazione con il marito della sua stalker. Tali gravi condotte avevano generato nella povera donna vittima di tali incredibili comportamenti, un forte stato di ansia e di paura, tali da costringere la donna nel tornare a vivere con i propri genitori, e al G.I.P.

di adottare una misura restrittiva nei confronti della “rivale” che contemplava il divieto assoluto di frequentazione di tutti quei luoghi nei quali abitualmente la vittima era solita frequentare (abitazione, luogo di lavoro, posto nei quali si recava per motivi di svago, ecc…). Alla donna, inoltre, era stato vietato di comunicare in qualsiasi maniera con la sua motiva e gli era stato comunicato anche l’oscuramento del suo profilo Facebook.

La polizia ha sequestrato lo smartphone della donna

Malgrado il fermo ammonimento e i relativi provvedimenti adottati dalle competenti autorità, la donna ha continuato a molestare la sua ex amica e il marito, questa volta utilizzando il servizio di messaggistica denominato whatsapp, con i soliti messaggi minatori, diffamatori ed ingiuriosi.

A quel punto l’autorità giudiziaria, per evitare il protrarsi di tale condotta, ha disposto il sequestro di tutti i mezzi telematici a disposizione della donna, a cominciare dallo Smartphone che la stessa aveva in dotazione, unico device, per il momento, trovato in suo possesso.