Una storia degna di un film horror quella accaduta in un carcere venezuelano, dove un detenuto di 25 anni, Juan Carlos Herrera jr, è stato aggredito da altri 40 detenuti, picchiato, impiccato, dissanguato quindi mangiato a pezzi da un detenuto-cannibale. Tutto questosenza che le guardie carcerarie intervenissero o si accorgessero dell'accaduto.

Un detenuto ucciso, cotto e mangiato

A rivelare l'incredibile quanto agghiacciante vicenda è stato il padre del detenuto, che ha chiesto alla struttura penitenziaria di ricevere almeno ciò che era rimasto del figlio; una vicenda che non è l'unica purtroppo a succedere proprio nel carcere di Tachira, dove almeno altri due detenuti sembrano essere scomparsi nel nulla.

O meglio forse non proprio nel nulla, ma visto la fine che ha fatto il povero Herrera Jr, è possibile immaginare che gli altri due detenuti mancanti all'appello possano essere finiti anche loro tra le fauci di Dorancel Vargas, un noto criminale conosciuto e temuto per il suo cannibalismo.

Secondo quanto raccontato dal padre del 25enne, dopo aver dissanguato il corpo del giovane, il cannibale Vargas avrebbe anche offertoi resti aglialtri detenuti, forse ignari oppure no, di mangiare carne umana, lasciando quindi solo qualche brandello e la carcassa di quel povero ragazzo.

La difficile vita dei detenuti

Che la vita dei carcerati non sia affatto facile, questo è purtroppo una cosa risaputa. Anche in Italia ci sono spesso carceri sovraffollate, dove le celle contengono spesso il doppio delle persone che dovrebbero legalmente contenere.

Emergenze che creano anche convivenze forzate con detenuti, rei dei peggiori delitti. Situazioni dove solo il più forte riesce a sopravvivere, mentre il più debole sembra scontare una doppia pena: quella con la società e quella con gli altri detenuti. Ecco che non tutti riescono a sostenere e sopravvivere ai soprusi, violenze e prevaricazioni che li conducono spesso ad atti autolesionistici drammatici.

La notizia del gesto di efferata crudeltà che arriva dal Venezuela ha sconvolto l'opinione pubblica internazionale.Un episodio che riporta inevitabilmente anche alla questione della necessità di nuovo personale e maggiore sorveglianza nelle carceri.