9 mesi di vita, poi è morta di stenti: la vicenda di Aurora, la bambina che è stata trascurata dai suoi genitori sia per quanto riguarda il cibo, sia nelle cure mediche, ha avuto esito nella aule di tribunale. La Morte della bambina, che pesava circa 6 chili e aveva il cranio deformato, è costata una condanna ai genitori per maltrattamenti aggravati. Infatti il Tribunale non ha riconosciuto un atto di abbandono, trascuratezza o negligenza, ma un vero e proprio concorso volontario di maltrattamento nei confronti della neonata: al padre Marco Falchi, che secondo un teste ha manifestato gioia dopo la morte della bambina, sono stati dati 20 anni di reclusione, mentre alla madre Olivia Beatrice Grazioli 16 anni: secondo l'accusa, l'entità del dolo per lei è minore, in quanto affetta da disturbo di personalità borderline.
Entrambi comunque hanno manifestato spregio nei confronti della bambina, con la madre che ha proposto al padre di mangiare una pizza in memoria della sua morte, nonché un bonifico di 9000 euro per l'acquisto di un'automobile.
La bambina è stata volontariamente portata alla morte secondo l'accusa
Quello che l'accusa ha voluto sottolineare è che per i due genitori di Milano non si è trattato di un reato causato dalla negligenza o dalla incapacità di saper crescere la bambina. Rilevanti sono state infatti le testimonianze che hanno visto il padre esultare per la morte della neonata, ed è proprio questo fatto che ha impedito qualsiasi forma di indulgenza. La bambina è stata volontariamente trascurata, ma non è morta solamente per denutrizione e per sete: infatti il cranio deformato e i piedi storti lascino intendere anche come la neonata sia sempre stata lasciata nella stessa posizione per ore, mentre il danno ai polmoni lascia intendere come la neonata abbia assunto liquidi in posizione sdraiata.
Altri particolari inquietanti provenienti dai testimoni parlano di una casa infestata da scarafaggi. La bambina viveva in condizioni igieniche precarie e nella casa non sono stati trovati nè alimenti per l'infanzia, nè seggioloni, in generale, oggetti indispensabili per la crescita di una neonata.
Nessuna attenuante per la morte della bambina
Considerando l'intento doloso nei genitori che hanno causato la morte della bambina, nonché il fatto che i certificati relativi a danni psichici del padre della bambina (utilizzati dall'avvocato difensore per chiedere una riduzione della pena) non sono stati considerati validi dal giudice (trattasi di documenti risalenti al 1975 e quindi non pertinenti), nessuna attenuante e nessuna indulgenza sono state concesse ai due genitori, che dovranno pertanto scontare la loro pena in carcere: una eventuale attenuante avrebbe significato una svalutazione del reato.