Un nuovo allarme parte dagli scienziati. Questa volta ad appellarsi alla calma, al rallentamento, è l'Università di Padova, la quale sostiene che la frenetica accelerazione del digitale uccide, si fa per dire, il cervello umano. La dipendenza dal computer, e soprattutto da internet, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome di internet Addiction Disorder, è un disturbo da discontrollo degli impulsi. Un dibattito che in Italia cresce di pari passo con l'evoluzione del mondo tecnologico. In sostanza, è clinicamente testato che il cervello umano è nettamente più lento rispetto ad un computer.

Quindi rischiamo un sovraccarico che può danneggiare il nostro cervello?

Il blocco cerebrale

La parola d'ordine del professore Lamberto Maffei, ex direttore dell'Istituto di Neuroscienza al Cnr, è quella di rallentare. E a partire dalla scuola, nonostante le accese critiche al sistema. Stesso parere arriva da altri centri di studi, i quali affermano che dietro l'evoluzione tecnologica si celi il grave rischio di una involuzione cerebrale, e di conseguenza il blocco.

Il tempo è prezioso sì, ma sembrerebbe che il nostro cervello non sia in grado di rincorrerlo alla stessa velocità e si perderebbe inesorabilmente la cognizione con il mondo reale. Ma se paragonare l'uomo contemporaneo al Bianconiglio di Lewis Caroll potrebbe sembrare relativamente eccessivo, il continuo guardare l'orologio e l'incapacità di intavolare una conversazione perché richiede del tempo direbbe esattamente il contrario.

L'uomo come un robot

Nell'ultimo ventennio si è assistito ad una massiccia diffusione di nuovi programmi da applicare in ambito lavorativo, di continui aggiornamenti e una miriade di mezzi di comunicazione. Ed è proprio l'eccesso che sta alla base del temuto disordine mentale, del diffondersi di fenomeni psicopatologici che possono portare alla dipendenza.

Il dibattito sul scientificamente approvato accomuna e divide esperti di tutto il mondo. Ma concordano che oggigiorno i rischi per la salute siano non pochi: disturbi del sonno, irregolarità dei pasti, scarsa cura del corpo, mal di schiena, stanchezza agli occhi, mal di testa, ansia, isolamento, ecc.