nicoletta dosio è stata arrestata questa mattina davanti al Palazzo di Giustizia, mentre partecipava al presidio di solidarietà per gli imputati del cosiddetto "maxi processo" No Tav. La donna, agli arresti domiciliari ormai da un paio di mesi, era evasa dalla sua casa in segno di protesta: da tempo, infatti, gli attivisti che si battono contro l'alta velocitàin Val Susa, rifiutano ogni tipo di misura cautelare, considerando queste sanzioni misure solo politiche.

Il rifiuto degli arresti domiciliari

Nicoletta Dosio era stata sottoposta già più volte a misure cautelari da parte della Questura di Torino: militante della lotta No Tav da anni, la donna ha sempre mostrato una strenua e pacifica resistenza al progetto di costruzione della linea ad alta velocità, che dovrebbe collegare Torino a Lione, passando per il terreno della Val Susa.

Già qualche mese fa, le era stato notificato l'obbligo di firma presso il commissariato di zona, ma la donna, insieme ad altre persone sottoposte alla stessa misura, aveva iniziato una campagna di rifiuto di queste condanne, considerate illegittime dagli attivisti No Tav. In seguito a questo, Nicoletta Dosio è stata poi sottoposta agli arresti domiciliari, dichiarandopubblicamente che non avrebbe rispettato.

L'arresto davanti al Tribunale di Torino

Questa mattina, davanti al Tribunale di Torino, si stava tenendo un presidio di solidarietà durante l'udienza per il "maxi processo" che coinvolge 53 imputati accusati di aver partecipato agli scontri nelle manifestazioni del 27 giugno e del 3 luglio 2011 in Val Susa.

Nicoletta Dosio, sottoposta a regime di arresti domiciliari, ha deciso di partecipare ugualmente alla protesta ma, appena arrivata davanti al Palazzo di Giustizia, è stata prelevata dalla Digos e arrestata nuovamente. Durante l'udienza che si stava tenendo in aula, gli imputati hanno dato il via a una protesta per quello che era appena successo alla donna, che è stata riportata dalla polizia nella sua dimora di Bussoleno. Non era la prima volta che l'attivista usciva da casa sua, in aperta opposizione alle misure cautelari del Tribunale di Torino.