A Trapani, un uomo ha preso a calci il suo cane perché lo stesso non voleva rientrare nell'abitazione. Una ragazza che lavora come ausiliario del traffico, ha assistito alla scena e ha immediatamente contattato Enrico Rizzi, il presidente nazionale del nucleo operativo italiano tutela animali. Così, poco dopo, lo stesso Rizzi, accompagnato dai Carabinieri si è presentato a casa dell'uomo pretendendo di visionare il cane.

Il cane era in condizioni deplorevoli

Il povero animale è risultato essere in condizioni fisiche deplorevoli: oltre ad essere letteralmente scheletrico e affetto da un tumore alle mammelle aveva i segni evidentissimi sul corpo sia della rogna che della leishmaniosi.

Così il presidente Rizzi, allo scopo di interrompere la flagranza di reato, ha immediatamente richiesto di poter porre il cane sotto sequestro. Appena ottenuta l'autorizzazione, l'animale è stato trasferito presso un veterinario per poter essere sottoposto alle cure richieste.

Ora il proprietario rischia grosso: alla sicura denuncia per maltrattamento di animali, potrà essere abbinata una multa fino a 30 mila euro e soprattutto l'arresto con una pena che può arrivare a 27 mesi. Il diritto penale infatti, con l'art. 544-ter del codice penale, riconosce come reato il maltrattamento di animali. Il comma 1 della legge dichiara che 'Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale [...] è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro'.

L'articolo al comma 3 specifica poi che: 'La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale'.

I ringraziamenti ai carabinieri e alla ragazza che ha segnalato l'abuso

Terminata l'operazione, il presidente Enrico Rizzi ha ringraziato gli uomini dell'Arma dei Carabinieri per essere intervenuti "con grandissima professionalità e per aver dimostrato una spiccata sensibilità verso il povero cagnolino, vittima di maltrattamenti".

Rizzi ha anche contattato la ragazza che ha effettuato la segnalazione mettendola al corrente delle precarie condizioni dell'animale maltrattato e specificandole che "se il cane si salverà, il merito sarà soltanto tuo, perché non ti sei voltata dall'altra parte".