Poco dopo le 13 di ieri, 2 novembre, il notaio cagliaritano Enrico Dolia, 62 anni, è stato arrestato a Carloforte dai Carabinieri su mandato della Procura della Repubblica di Cagliari, con le accuse di peculato, appropriazione indebita e falsità materiale messa in atto da pubblico ufficiale, come si legge nelle carte firmate dalla Procura. L’uomo, dopo tutte le formalità di rito, è stato accompagnato nella sua abitazione, dove sconterà gli arresti domiciliari per essere stato accusato dalla Procura di "aver intascato diverse somme di denaro che in teoria e anche in pratica avrebbe dovuto versare all’Agenzia delle Entrate per conto di numerosi suoi clienti.

La misura cautelare ai domiciliari è stata chiesta dal pubblico ministero Diana Lecca, e il provvedimento è stato firmato dal giudice Roberto Cau. Il professionista non avrebbe versato all’Agenzia delle Entrate circa 100mila euro.

Indagini lunghe e certosine

I Carabinieri, su ordine della Procura, avevano iniziato le loro indagini circa un anno e mezzo faquando Enrico Dolia - difeso dall’avvocato Luigi Concas - era stato indagato per operazioni sospette. Secondo le accuse il notaio,che era stato sospeso dalla professione per un anno, avrebbefalsificato un cedolino delle imposte di registro, per poi versare all’Agenzia delle Entrate tasse inferiori rispetto a quanto previsto.

In altre parole – secondo gli investigatori – il professionista avrebbe versato su un’operazione immobiliare di due milioni e mezzo di euro solo una parte delle imposte.

All’appello, dunque, mancherebbero circa 100mila euro che, per la Procura della Repubblica di Cagliari, sarebbero finiti nelle tasche del notaio cagliaritano.

Accuse respinte

Il professionista cagliaritano, comunque, si è sempre difeso assicurando la sua buona fede e negando tutti gli addebiti che gli sono stati contestati. Dopo la sospensione ad un anno, l’uomo aveva consegnato il sigillo notarile solo dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria che, su mandato del pubblico ministero, aveva anche sequestrato i computer riconducibili al notaio; sia quelli personali che quelli dell’ufficio che divideva con il fratello, totalmente estraneo alla vicenda.