Si è spento ieri sera, nella sua casa di Milano Umberto Veronesi. Aveva novantanni, e negli ultimi giorni le sue condizioni di Salute si erano pian piano aggravate. Se n'è andato attorniato dalla moglie e dai suoi cari. Ha dato la sua vita alla lotta per sconfiggere il cancro, ideando una tecnica rivoluzionaria della quadrantectomia, salvando dal tumore al seno molte donne.Sosteneva l'importanza dellaprevenzione nella lotta contro itumori, con un alimentazione e vita sana.

Una vita dedicata alla cura del cancro

Umberto Veronesi nasce a Milano il 28 Novembre 1925,si laurea nel 1950 in chirurgia e medicina.

Poco dopo diventa direttore generale all'Istituto dei Tumori nella sua città Natale, e nel 1982 corona il suo sogno aprendo la Scuola Europea dell'Oncologia. Nel 1991 fonda l'Istituto Oncologico Italiano, la sua grande creatura, diventando in brevissimo tempo, un esempio per la cura e prevenzione dei tumori a livello mondiale. Qui, oltre a ideare la quadrantectomia, cioè un impatto estetico e psicologico meno invasivo, ma per questo non meno efficace della mastectomia, alla lotta al cancro al seno, negli ultimi anni ha lavorato approfonditamente per migliorare la radioterapia, ideando quella intraoperatoria (cioè una seduta unica effettuata durante l'operazione). Nel 2003 inaugura la Fondazione Veronesi , dove sostiene la ricerca, diffondendo almondo le nuove scoperte scientifiche.

Grande difensore dei diritti degli animali,inoltre era d'accordo al testamento biologico ed eutanasia. Nel governo Amato, dal 2000 al 2001, fu ministrodella sanità, e dal 2008 al 2011 Senatore. Nella sua vita ha ricevuto tredici lauree honoris causa, sia in Italia che a livello internazionale.

Lascia la moglie, Sultana Razon, dalla quale ha avuto sei figli.

Si è spento a pochi giorni dal suo compleanno (91), circondato dalla moglie e dai suoi famigliari, ma già da alcuni giorni le sue condizioni si erano aggravate.

Molti i messaggi di cordoglio nel mondo

La sua Fondazione lo saluta con un messaggio su Twitter: "Grazie Professore. Per noi oggi è un giorno molto triste. Tutti i malati oncologici, ti devono molto".

Anche dal mondo della politica gli rendono omaggio. Uno dei primi a farlo, è il Premier Matteo Renzi, che durante ad un evento nella città di La Spezia lo ha ricordato "era un grande testimone del si. E' stato un grande uomo della sanità mondiale". L'ultimo a ricordarlo è stato il sindaco di Milano Beppe Sala, la città che gli ha dato la vita: "Milano e tutta l'Italia piangono un grande laico, un uomo capace di costruire istituzioni, alleviando le sofferenze di milioni di persone".