Con una recente sentenza del Tribunale di Torino, un padre divorziato è riuscito ad ottenere la sospensione dell'assegno di mantenimento in favore del figlio di 24 anni: l'importo era di 1.500 euro al mese. Il ragazzo non risultava occupato in nessun preciso tipo di attività, in quanto non studiava e non lavorava. In realtà passava da un lavoro ad un altro, senza soluzione di continuità. Chiarito ciò, il 24enne rivendicava il principio in virtù del quale doveva o poteva godere del medesimo stile di vita antecedente alla separazione dei genitori.

Il tenore di vita era di un livello elevato, in quanto il padre svolgeva il ruolo di amministratore delegato di una società. Il figlio alle spalle aveva un consistente curriculum: agente immobiliare, preparatore sportivo, ristoratore e finanche sommelier; inoltre, nel 2013 aveva interrotto gli studi di scuola media superiore. A fondamento della sua richiesta dei 1.500 euro mensili, adduceva la volontà di voler proseguire gli studi precedentemente interrotti.

Tribunale di Torino: trattasi di una inerzia colpevole

Il Tribunale si è pronunciato con un giudizio negativo sulla condotta del 24enne, ritenendolo responsabile della sua mancata autosufficienza economica, nonostante le variegate attività svolte.

Ravvisando nelle medesime, un carattere sporadico e non serio o intenzionale, hanno stabilito che il genitore divorziato non è obbligato a dover concedere un assegno mensile particolarmente cospicuo per garantire il medesimo tenore di vita vissuto durante l'unità familiare. La soluzione è chiaramente dettata dalla maggiore età del figlio, superata già da un po'.

Ad intraprendere la strada giudiziale è stato il padre divorziato. La sentenza conferma il diritto al mantenimento in favore della moglie, ma lo esclude nei confronti del figlio. Ma c'è stato un abbassamento dell'importo dovuto nei confronti della ex moglie: dai 2.000 euro mensili si è ridotto di 500 euro, per una cifra, quindi, di 1.500 euro.

Non è sicuramente una prima sentenza che segue questo orientamento, pertanto potrebbe contribuire a determinare un cambiamento consolidato di svolta nell'applicazione delle disposizioni in tema di separazione e divorzio.