Purtroppo nell'Italia moderna certi episodi di ingiustizia nei confronti degli italiani sono all'ordine del giorno. Basterebbe farsi un giro in qualunque pronto soccorso o negli uffici dove assegnano le case popolari.

L'ultimo di questi sgradevoli episodi in ordine di tempo è capitato a Giorgia, una ragazza 22enne di Codemondo, Reggio Emilia, affetta da una disabilità cognitiva certificata del 75% e titolare di un talloncino multicorse atto al regolare spostamento quotidiano sui mezzi pubblici.

Giorgia lavora e frequenta un apposito corso per l'inserimento sociale.

Il giorno 5 dicembre però, mentre si apprestava ad obliterare con qualche minuto di ritardo salgono i controllori per le verifiche di routine. Trovano Giorgia con il biglietto in mano ma non “timbrato” e senza sentire ragioni le consegnano una multa di 66,50 euro.

L'indignazione della ragazza nasce quando di fronte a lei gli stessi controllori “graziano” uno uomo straniero totalmente sprovvisto di biglietto.

Una giornata agitata

Giorgia, con l'aiuto coraggioso di mamma Monica raccontano l'accaduto ai corrispondenti di Il Resto del Carlino di Bologna.

Quel pomeriggio la ragazza stava andando a trovare una cara amica e dopo essere salita sul bus n. 1649 della linea urbana 1 non riusciva a trovare il blocchetto dei biglietti, si siede e fruga all'interno della borsa, suda, è nervosa e i movimenti si intorpidiscono ancora di più a causa del proprio handicap.

L'irrigidita e l'incapacità di reagire aumentano a causa della presenza e la forte pressione psicologica esercita dai controllori. Finalmente trova il biglietto, ma è tardi.

"Per oggi chiudiamo un occhio"

”Mi sono avvicinata e ho chiesto ai controllori perché fate la multa solo a me e a lui, che non ha neanche il biglietto,no?

Mi hanno detto di firmare il verbale e sedermi, altrimenti chiamavano i carabinieri. E io ho firmato”. Nel frattempo, prosegue Giorgia, perdonano un apparente magrebino che ha continuato la corsa fino a destinazione.

La signora Monica ha un'altra figlia e in tre cercano di arrivare indenni alla fine del mese e un verbale ingiustificato da 66,50 euro da pagare rappresentano molti soldi.

Sono passati i cinque giorni canonici e non è ancora riuscita a saldare la somma, che ora è aumentata a 88,50.

Il senso di rabbia porta le donne fino agli uffici della società dei pullman, hanno compilato un modulo per spiegarsi, e da allora nessuno le ha mai contattate.

Giorgia si è sentita ancora una volta discriminata e mamma Monica cerca di spiegare alla figlia che purtroppo così va il mondo, anche se non è educativo.