Milano - La Corte d'Assise di Bergamo ha condannato la 29enne Maria Giulia "Fatima" a nove anni di reclusione per terrorismo internazionale. La Corte d'Assise ha condannato a 4 anni di carcere anche il padre di Fatima, Sergio Sergio e il marito albanese Aldo Kobuzi, a 10 anni. Si tratta della prima sentenza in Italia per un foreign fighter che si troverebbe ancora nelle zone colpite dalla guerra. Le motivazioni di tale condanna verranno depositate, come previsto dalla legge, fra 90 giorni. A "Fatima" sono stati imputati i reati di terrorismo internazionale e organizzazione di viaggi a fini terroristici.

Chi è la fighter italiana?

Maria Giulia "Fatima" si è convertita all'Islam nel 2008. La sua conversione all'Islam è avvenuta in seguito ai suoi due matrimoni (il primo con un marocchino ed il secondo con un albanese). La ragazza, che era pronta a sacrificare la sua stessa vita in nome dello Stato Islamico, risiederebbe ancora in Siria. Secondo un'indagine degli inquirenti, la fighter avrebbe spesso sollecitato i suoi genitori a raggiungerla nella zona di guerra.

In un'intercettazione rilevata durante le indagini della Digos avrebbe infatti detto "Papà prendi mamma per i capelli e vieni in Siria". Inoltre, parlando sempre della madre avrebbe anche detto "La Jihad è obbligatoria per tutti, anche per chi ha 70 o 80 anni".

Il Pm Maurizio Romanelli, durante un'udienza, ha raccontato che Bushra, una maestra della Jihad avrebbe insegnato la dottrina dello Stato Islamico a Maria Giulia "Fatima". Grazie alla maestra, la fighter avrebbe imparato la regola fondamentale dell' Isis: "Uccidere i miscredenti oltre che un diritto è un dovere".

Il padre e il marito

Il padre Sergio Sergio è stato condannato per aver ceduto al "fascino della Jihad" e per aver organizzato la partenza della moglie e della sorella di Fatima verso la Siria. Sergio era stato arrestato nel 2015 con altre 11 persone. Il padre di Maria Giulia "Fatima", pur essendo l'unico imputato non latitante dovrà scontare 4 anni in carcere. Per il marito Aldo Kobuzi, la pena richiesta della Procura è stata superata. La Corte ha infatti deciso di condannare l'imputato a 10 anni di reclusione.