Un terribile segreto custodito per anni, una pagina buia che ne ha sicuramente segnato l’infanzia, ma che non è riuscita ad impedire a Tim Roth di diventare il grande interprete che tutti conosciamo. Quasi 35 anni di carriera e numerosi film di successo per l’attore britannico, che può vantare di aver lavorato con molti dei più celebrati autori del Cinema contemporaneo, a partire da Quentin Tarantino, per il quale è una presenza irrinunciabile dai tempi di Le Iene, fino all’ultimo The Hateful Eight, il film che ha regalato l’Oscar ad Ennio Morricone.

Una carriera ricca di soddisfazioni per il 55enne interprete, da sempre lontano dai clamori del gossip, anche perché non certo un divo da copertina, nonostante i tanti film noti in cui è apparso.

Le violenze subite

Eppure durante un intervista a The Guardian in cui parla a lungo di molti aspetti della sua vita, Tim Roth torna su un episodio già noto, aggiungendo però alcuni particolari scioccanti. Il padre Ernie Smith, combattente in guerra con la Raf e poi membro del partito comunista britannico, lasciò la politica dopo gli scandali sessuali che travolsero numerosi esponenti della sua formazione. “Aveva subito degli abusi durante l’infanzia, quindi non poteva tollerare quelle schifezze, le prese molto sul serio – spiega l’attore – era un’anima fragile, segnata dagli abusi”.

E qui arriva la confessione di Tim: “Anche io subii delle violenze”.

Gli abusi in famiglia

“Non fui certamente violentato da lui – aggiunge l’attore – ma dal suo stesso aguzzino: mio nonno, il padre di mio padre”. Ma non finisce qui: ”Un maledetto stupratore – ripete Roth all’esterrefatto reporter - ma nessuno seppe cosa dire, nessuno seppe cosa fare”.

Da questo incredibile episodio, purtroppo molto simile a tanti altri di cronaca, è nata l’esigenza di esordire alla regia nel 1999 con Zona di guerra, la dura storia di un padre di famiglia incestuoso. Il film colpì molto all’epoca per lo stile impassibile e freddo con cui erano rappresentate le scene di violenza. E Roth sembra intenzionato a tornare su questo drammatico tema con la sua prossima regia, un progetto ancora in cantiere sui servizi di tutela dei minori creati nel 1980 a New York. L’amavamo già come interprete, adesso non possiamo fare a meno di amarlo come persona.