Ormai è iniziato il conto alla rovescia per l’Aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria. Da quando, cioè, l’Alitalia dal primo febbraio, quindi tra meno di un mese, dovrebbe lasciare lo scalo non offrendo più alcun servizio di trasporto da e verso la città dello Stretto.

Alitalia via, lascerà Reggio da febbraio

Uno scenario inquietante considerando il sostanziale monopolio di Alitalia a Reggio che assume, sempre di più, i connotati di una certezza in base alle iniziative messe in atto dalla compagnia di bandiera nei mesi scorsi e, di recente, anche con l’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) a cui avrebbe comunicato la decisione del suo definitivo disimpegno dalla città.

Nonostante ciò, sul sito di Alitalia, i voli che interessano la punta dello Stivale dal primo febbraio sono ancora previsti, non sono stati cancellati ed è possibile prenotarli.

Nuova iniziativa del Comitato pro Aeroporto

Ma, con l’approssimarsi della fatidica data la situazione preoccupa moltissimo i cittadini che temono la chiusura della struttura con l’abbandono di Alitalia e, così, il Comitato pro Aeroporto ha organizzato un’altra mobilitazione civile, la terza negli ultimi mesi. Sabato 14 gennaio, infatti, alle 10:30 nella centralissima piazza Italia è stato promosso un nuovo sit-in con l’auspicio che il numero dei partecipanti cresca ulteriormente rispetto alle occasioni precedenti, per rafforzare la convinzione che il famoso detto “l’unione fa la forza” non sia solo un principio teorico.

Il Comitato intende chiaramente che da questa nuova manifestazione si ottengano risultati concreti e immediati, ovvero far recedere Alitalia dalla decisione di abbandonare lo scalo, garantire la continuazione dell'esercizio provvisorio con il versamento dei fondi relativi da parte della Regione Calabria e dell'Amministrazione dell'Area Metropolitana, ottenere la certezza della continuità territoriale.

“Subito dopo ci dedicheremo allo sviluppo dell’Aeroporto e delle infrastrutture ad esso legate”, afferma il Comitato in una nota stigmatizzando il risveglio tardivo di istituzioni, partiti e sindacati su questa importante vicenda che riguarda il territorio dell’area dello Stretto.