"EyePiramid": è questa la parola-chiave per comprendere una delle più complesse spy-story che abbia mai visto il Paese. Una spy-story dai contorni ancora nebulosi, ma al contempo sufficientemente precisi per affermare che la sicurezza nazionale sia stata, per anni, sistematicamente violata e compromessa.
La pirateria informatica degli Occhionero
Con ordine. Ieri, il gip di Roma Maria Paola Tomaselli ha disposto l'arresto dell'ingegnere nucleare e membro della Finanza Giulio Occhionero e della sorella Francesca Maria con la seguente accusa: i due avrebbero carpito illecitamente, dal 2010 al 2016, informazioni private di politici, industriali, ma anche di religiosi e di massoni.
Nello specifico, il virus che avrebbero usato (un "malware" ndr), ribattezzato da loro "EyePiramid", avrebbe infettato, clonandole, le caselle di posta elettronica delle vittime e inviato tutte le informazioni contenute nelle mail private in un server che i fratelli avrebbero noleggiato negli Stati Uniti. I nomi delle persone colpite dall'attacco Hacker sono molti: l'ex-presidente del Consiglio Matteo Renzi, l'ex-capo del Governo Mario Monti, l'attuale presidente della Bce Mario Draghi, l'ex-governatore della Campania Stefano Caldoro, il precedente sindaco di Torino Piero Fassino; parlamentari come Ignazio La Russa, Daniele Capezzone, Fabrizio Cicchitto, Michela Vittoria Brambilla, Maurizio Scelli, Paolo Bonaiuti; membri delle forze dell'ordine, l'ex-comandante generale della Guardia di finanza Saverio Capolupo; alti membri dei clero, due collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi; appartenenti a logge massoniche, questi ultimi file etichettati, nei computer degli hacker, con il nome di "Bros", "fratelli" - ciò che appunto farebbe sospettare la vicinanza degli Occhionero a società segrete.
Ma la lista delle persone colpite da "EyePiramid" è molto più lunga.
Il lavoro degli inquirenti
A scoprire questo vero e proprio "dossieraggio" gli esperti della Polizia Postale sotto la guida del pm romano Eugenio Albamonte, coadiuvati dalla Cyber Division dell'Fbi. Indagini che, tuttavia, non hanno fatto altro che scoprire la "punta dell'iceberg" dei crimini informatici che avrebbero commesso gli Occhionero: finora sono stati decrittati solo un centinaio dei 1800 account violati dagli hacker e si calcola che vi possano essere stati un totale di 18.000 potenziali bersagli.
Un legame tuttavia risulta essere sempre più chiaro agli inquirenti, quello fra i fratelli e la cosiddetta "P4". Pare, infatti, che quattro indirizzi mail ai quali gli Occhionero inviavano i documenti trafugati fossero già emersi nel 2011 durante l'inchiesta dei pm Woodcock e Curcio, e in particolare, come riporta IlCorriere.it citando le carte che dispongono gli arresti degli hacker, uno di essi sarebbe “collegato a operazioni di controllo da parte di Luigi Bisignani nei confronti dell’onorevole Alfonso Papa e delle Fiamme Gialle”.
Il gip ha inoltre precisato che gli Occhionero sarebbero stati proprio il "trait d'union" fra la rete di Bisignani - che, tra l'altro, ha smentito immediatamente ogni coinvolgimento - e quella appena scoperta, nella quale entrano in gioco anche terzi, ancora senza nome, grazie ai quali i fratelli nascondevano i documenti rubati.